PLATINI JUVENTUS – Nell’edizione odierna del quotidiano il ‘Corriere dello Sport’ c’è una lunga intervista al Presidente dell’Uefa Michel Platini, ex grande giocatore della Juventus. Inevitabile parlare della sua ex squadra. Ecco le parole di Platini: ”Recentemente ho visto Juventus-Inter e Lazio-Roma. La vostra Serie A rimane interessante ed esprime sempre un buon calcio, anche se molti campioni adesso giocano altrove. Il derby d’Italia mi è piaciuto. Complimenti all’Inter che è riuscita a interrompere la serie di 49 gare senza sconfitte della Juve. I bianconeri potevano chiudere il match segnando il 2-0 e il 3-0 nel primo tempo, ma non l’hanno fatto e hanno subìto la rimonta nerazzurra nella ripresa. L’arbitraggio di Tagliavento? In Italia è sempre la stessa storia… E se un giorno gli arbitri entrassero in sciopero per tutte polemiche? Come fareste a far giocare le partite. Juventus ancora favorita per lo scudetto? Sì, per me è ancora la candidata numero uno. Cosa mi piace di questa Juve? Rispetto al passato guardo il calcio da appassionato e non ho più una visione da tecnico, ma ho notato che la Juventus attuale attacca con 6-7 giocatori, gli stessi che la mia Juve utilizzava… per difendere. E’ diventata una squadra più offensiva e il catenaccio e il gioco difensivo che c’erano in Italia fanno parte del passato: merito del Milan di Sacchi che ha cambiato tutto con il 4-4-2 e il fuorigioco “alto”. Ora i bianconeri hanno la stessa mentalità delle squadre inglesi e vanno sempre in campo per vincere. Tempo fa avevo detto che avrei avuto bisogno di qualche mandato in più per riuscire a consegnare una Champions League ai bianconeri. Adesso la Juve è cresciuta e ha ottenuto ottimi risultati. Vedremo…”. Platini poi parla dell’Avvocato Agnelli e di Andrea, attuale Presidente della ‘Vecchia Signora’: ”Andrea è Andrea, l’Avvocato era l’Avvocato. Lui era… con l’elicottero sopra la Juve: si occupava degli aspetti politici e diplomatici, non della gestione ordinaria come fa Andrea che è dentro la società ogni giorno. Non si possono paragonare. Lo stile dell’Avvocato era inimitabile, ma anche Andrea è bravo, ha fatto le cose molto bene e sta lavorando per far tornare grande la Juve. Deve sbrigare la questione relativa al numero degli scudetti, un tema che affascina i tifosi e che ha una carica molto juventina. Certi argomenti provocano discussioni a non finire, ma fanno perdere solo tempo: adesso che la Juventus è tornata ad essere un club di livello internazionale vedrete che certi temi saranno meno attuali. La squalifica di Conte? Rispetto le decisioni prese dagli organi della giustizia sportiva italiana. Non ho seguito questa vicenda, ma la Federcalcio ha deciso e noi ci adeguiamo”. Una considerazione anche sullo stadio di proprietà della Juve: ”Lo stadio permette di avere ricavi importanti per la gestione del club. Le perdite delle grandi società italiane sono dovute principalmente all’assenza di impianti moderni e di proprietà. Per questo quando abbiamo stilato le regole del fair play finanziario abbiamo inserito la possibilità di fare investimenti sui giovani e sulle infrastrutture senza che questi costi incidessero sui debiti”. Immancabile un riferimento a Del Piero e alla maglia numero 10 lasciata vacante quest’anno nella squadra di Conte: ”Se fosse successa la stessa cosa in passato, dopo Sivori non l’avrebbe più portata nessuno. Per me è meglio che qualcuno ce l’abbia perché la 10 per i bambini ha un fascino particolare. Del Piero? Arriva un giorno in cui un calciatore deve lasciare il suo club. Non si può giocare a calcio all’infinito ed è meglio che uno se ne vada liberamente, piuttosto che sia messo alla porta o che finisca per essere sopportato. Una bandiera che non serve non è più bella da vedere. Un altro anno in panchina per Del Piero non sarebbe stato piacevole. Per me Del Piero ha fatto bene ad andare in Australia. Sta vivendo un’esperienza speciale in un altro continente, lui e la sua famiglia impareranno l’inglese e si confronterà con un calcio diverso insegnando molto ai giovani”.
Marco Orrù