BUFFON JUVENTUS – Il portiere della Juventus Gigi Buffon ha concesso quest’oggi un’intervista a QS per parlare di vari argomenti. Vediamone alcuni spunti:
Sugli errori arbitrali: ”E’ un problema di messaggi che si vuole lanciare alla gente. Poi ci sono molti giornalisti tifosi che difficilmente riescono a scindere il loro status ed essere obiettivi. Cosa mi aspetto? Più coerenza tra quello che si dice e quello che si fa, perché alla fine a luglio tutti fanno proclami buonisti, esaltano gli arbitri, dicono che non giudicheranno il loro operato. Alla prima occasione poi una squadra non si presenta alla premiazione. Qualcuno pensa che alzando polveroni possa ottenere vantaggi. Il populismo può fare piacere ai tifosi, ma non è la soluzione ai problemi. Cosa manca? La cultura dello sport e la meritocrazia”.
Sul rinnovo del contratto: ”Un mese fa ci siamo incontrati con il presidente Agnelli, abbiamo buttato giù una bozza di accordo. Da qui a poco formalizzeremo tutto. Problema di soldi? Non direi. Alla mia età conoscono il mio valore e quello che posso ancora dare. Mi definisco juventino? Assolutamente sì, perché dopo 12 anni, vivendo ogni tipo di esperienza, ti senti parte integrante di questa società”.
Sul derby: ”E’ una bella gara, che assume tanti significati. A livello campanilistico è simpatica, anche tirata, al di là se una squadra è più forte. Ho grande rispetto del Torino, della sua storia e dei suoi tifosi. La tradizione affascina, ma noi vogliamo vincere per dare un’altra soddisfazione al popolo bianconero”.
Sulle delusioni in carriera: ”Più amareggiato per il secondo posto agli europei o per il pallone d’oro del 2006 solo sfiorato? Ci metto anche la finale di Champions persa. Contro quella Spagna francamente c’era poco da fare. Già avevamo fatto un’impresa ad arrivare lì”.
Sul possibile passaggio al Milan: ”Potevo anche andare all’Inter se è per questo. Sono capitate alcune situazioni, ho preferito restare alla Juve, vincere lo scudetto dopo la serie B mi ha ripagato di tutto”.
Sulla Champions League e la lotta scudetto: ”In Europa non dipende solo da noi, affronti squadre fortissime. In Italia per una squadra come la nostra che ha già vinto dipende dalle motivazioni, il destino è nelle nostre mani. Se lo vogliamo come l’anno scorso, anche un pochino di meno, non c’è storia. Se giocassimo al massimo per 38 partite non dico che vinceremmo facile, ma sicuramente in maniera più convincente”.
Su Cassano: ”Non credo ci abbia mancato di rispetto con la dichiarazione sui soldatini. Conosco il soggetto. Antonio spesso vuole ironizzare. Fa cabaret. E’ un anticonformista. Non era un’offesa. Un veto per un suo ritorno in Nazionale? Non scherziamo. Decide Prandelli. Sono scelte che spettano solo a lui”.
Sulle parole del pentito Gegic su Conte: ”Appeno ho letto, ho pensato: meno male che erano 5 mila e non 500 mila, altrimenti chissà cosa sarebbe successo. Questo deve far riflettere molti”.
Marco Orrù
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