JUVENTUS CONTE / TORINO- Prima che riapra il nuovo anno calcistico, ci sentiamo in dovere di sottolineare i meriti di un’allenatore accolto con scetticismo sia dai tifosi che dalla stampa, che nel giro di due anni ha costruito, con l’aiuto della società, una fortezza inespugnabile: Antonio Conte! Sono 7 i motivi che fanno capire la sua reale grandezza: 1) La sua capacità di mantenere un gruppo compatto, dove nessuno si sente escluso e tutti aspettano la loro occasione per mettersi in evidenza, senza creare mai polemiche. 2) La bravura nel migliorare i calciatori, riuscendo a farli rendere al meglio, come nel caso di Barzagli che quando è venuto a Torino sembrava una toppa del momento e invece si è rivelato un muro invalicabile; ha plasmato Bonucci, un giocatore avvezzo a disattenzioni fatali, che non sbaglia più un intervento da tempo e ha imposto una disciplina tattica a Chiellini, che prima del suo arrivo pensava più ad attaccare che a difendere, per non parlare di Marchisio, sballottato tra un ruolo e l’altro (con la palla che gli scottava tra i piedi), finalmente sistemato nel cuore del centrocampo con risultati impressionanti; grande merito nella maturazione di Vucinic, che quando era alla Roma risultava svogliato e capace di accendersi solo a intermittenza, mentre in bianconero il suo apporto è costante e spesso decisivo; e che dire della sua voglia d’imporre un giocatore talentuoso come Giovinco, però criticato da mezza tifoseria e dagli stessi media, che sostenevano non fosse all’altezza del blasone della “vecchia signora”. 3) Il suo gioco è sempre improntato all’offensiva e al possesso della palla. 4)Una capacità nel saper attaccare, ma senza mai scoprirsi, prova ne sono i soli 11 gol subiti in campionato a fronte di 39 realizzati e l’imbattibilità in Champions League. 5) Il saper cambiare modulo di gioco senza andare a intaccare l’equilibrio della squadra e la capacità nell’ effettuare cambi in corsa in grado di ribaltare l’esito di una partita. 6) La bellezza del suo gioco, a differenza di grandi allenatori come Capello e Mourinho, che sono in grado di far vincere le loro squadre grazie soprattutto alla forza individuale, ma senza praticare trame di gioco da far strabuzzare gli occhi. 7) Il non farsi condizionare da stampa e tifosi nella scelta dei giocatori, andando avanti sempre per la sua strada, che fino ad ora si è rivelata vincente. Già oggi è un personaggio che, oltre che come giocatore (capitano di tante battaglie), è entrato nella storia bianconera anche come allenatore, ma crediamo che le pagine da scrivere saranno ancora tante, per il momento lo ringraziamo riconoscendogli i suoi grandi meriti e per aver restituito al gruppo bianconero quel DNA vincente, che mancava dall’addio di Marcello Lippi!
Diego Pedullà