Il migliore oggi è per l’ennesima volta Tevez.
Le polemiche sugli errori arbitrali hanno un po’ offuscato l’origine della trombetta argentina nel post-partita.
Tutta la squadra sembra pedalare a vuoto su una bicicletta senza catena. Forse il desiderio di Ventura era proprio questo; Stare dietro la linea del pallone, assecondare l’avversario fino a sfinirlo per poi attaccarlo nell’ultima parte dell’incontro a caccia di punti preziosi per la classifica.
Gli undici di Conte sembrano quasi essere caduti nella “trappola” offrendoci uno spettacolo macchinoso, frutto probabile dell’assenza di Chiellini, i dolori di Bonucci ma soprattutto l’ammonizione per Vidal arrivata prematuramente che gli ha pregiudicato tutta la partita.
In due squadre spente che si affrontano, e in due squadre che concorrono per lo scudetto con gli ultimi faticosi slanci, a fare la differenza la fanno i fuori classe.
L’ Apache è sicuramente il giocatore più in forma della squadra e forse anche della Serie A in generale, almeno per quanto riguarda il suo reparto.
Dona grinta, forza e agonismo ai suoi compagni e a chi lo guarda, non sbaglia un colpo, ne un passo, stoppa la palla si gira, si coordina e tirando va a trovare l’angolo più recondito della porta difesa dal reo Padelli.
Conte, nell’intervista di fine match, dichiara che servono mente fredda e cuore caldo per affrontare certe partite e Carlos Tevez non potrebbe essere esempio migliore per rendere l’idea.
Se continua a giocare così, alla lunga lista di stelle della Selección che va da Messi a Papa Francesco, non può di certo mancare il pifferaio magico di Torino.
Roberta Caprioli