LIPPI JUVENTUS – Nel corso dell’intervista a Tuttosport, l’ex tecnico della Juventus Marcello Lippi ha detto la sua sul duello Juventus-Roma, mettendo le due rivali sullo stesso piano. Ecco le sue parole: ”Ho seguito Juve-Roma. Al di là di tutto ciò che poi si è detto dopo l’incontro, resta il fatto che si sono affrontate due grandi. Che più o meno sono alla pari. Non bisogna dimenticare che si giocava a Torino. A Roma probabilmente qualche cosa sarebbe girata in modo diverso. Allo Stadium, psicologicamente, la Juve ha qualcosa in più, i tifosi si sentono. Comunque lo scudetto se lo giocheranno loro due da sole. Esistono Juve e Roma, punto. A quel livello ci sono soltanto loro. Non vedo altri inserimenti dal basso, anche se siamo solo a ottobre. Non li prenderà più nessuno, i bianconeri e i giallorossi. E la loro lotta durerà fino alla fine. Il fatto che la prima sfida sia stata vinta dalla Juventus non significa nulla. In questo momento la Juve e la Roma sono alla pari, al di là della differenza in classifica. I giallorossi hanno dei fuoriclasse straordinari come Totti e De Rossi, due miei pupilli del Mondiale tedesco. Ma non hanno il Tevez di oggi. Hanno anche loro tanti ottimi giocatori. Come Gervinho. E il contributo dell’ivoriano può davvero diventare sempre più importante per la Roma. Ma se proprio devo citare un romanista, allora dico Pjanic. Lo adoro. E’ fantastico. Le polemiche? Sono sempre le stesse, tante parole frutto anche dello stato d’animo particolare dei giocatori, subito dopo una partita così importante. Ma la vera cosa che conta di questa sfida è ciò che ha detto tecnicamente. I giocatori devono pensare che si sono affrontate le due squadre migliori in Italia. E che loro saranno i veri protagonisti di questo campionato. Sarà dura per tutti e due superarsi. Tornando a quello che è stato detto dopo, praticamente di giorno in giorno, da personaggi diversi, dico che a me hanno colpito le parole di Pallotta. Il presidente della Roma si è dimostrato molto bravo, molto saggio. E cioè che serve un salto in alto a livello culturale nel calcio e attorno al calcio. Ha fatto bene a spegnere le polemiche. La Juve è odiata perché vince, è sempre la solita storia. Lo ha detto Platini, che rappresenta un’epoca della Juve venuta alla luce prima della mia. E poi è stato così anche ai miei tempi. E dopo. Ed è così anche adesso. E sarà così anche in futuro”.
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