NEWS JUVENTUS CALCIOPOLI PRIORESCHI / TORINO – Maurilio Prioreschi, l’avvocato dell’ex dg bianconero, Luciano Moggi, ha parlato in vista della chiusura del processo di Calciopoli che nel mese di gennaio arriverà al terzo grado di giudizio, la Cassazione. Ecco quanto dichiarato in un’intervista rilasciata in esclusiva su Tuttosport al collega Guido Vaciago in cui ha fatto luce su alcuni aspetti fondamentali del processo: “Partiamo dalla Cassazione che resta il procedimento più importante. In quella sede porremo, fra l’altro, la questione della competenza territoriale: i reati sono stati compiuti fra Torino e Roma, tant’è che proprio i Carabinieri di Roma indagarono. Quindi perché Napoli? Gli imputati, a nostro parere, sono stati sottratti al loro giudice naturale. Poi c’è la questione dei dati delle sim svizzere ottenuti dagli inquirenti all’estero, senza una rogatoria internazionale. Cosa potrà decidere la Cassazione? Potrebbe confermare o annullare le sentenze, anche se come al solito il nocciolo della questione sarà il modo con cui motiverà la decisione. Mi sembra difficile che possa far ripetere i processi. Sparizione del video del sorteggio arbitrale, a che punto siamo? Siamo in attesa che il gip Di Grazia decida sulla nostra opposizione alla richiesta d’archiviazione. Potrebbe arrivare a giorni. E’ una decisione difficile, considerato che c’è di mezzo un magistrato. Quel video, che non provava niente, è sparito, ritirato dai pm e poi sostituito con una sequenza fotografica grossolanamente alterata. Le giustificazioni di Narducci, peraltro un po’ fumose, sono bastate al pm per chiedere l’archiviazione… Vediamo cosa deciderà il gip, certo è singolare che un pm si fidi di un indagato che dice di non aver commesso il reato. Qual è la più clamorosa anomalia di Calciopoli? L’informativa del 18 settembre 2004 che ha dato il via alle intercettazioni. Non vi era alcun elemento per autorizzarle. Quell’informativa è il simbolo dell’inchiesta: invece di constatare un reato e cercare un colpevole, si è scelto un colpevole e poi si è andati alla ricerca del reato in modo unidirezionale. Giandomenico Lepore, capo della Procura di Napoli ai tempi dell’inchiesta, ha dichiarato: «Stavamo arrivando all’Inter, poi la fuga di notizie ha bloccato l’indagine. Non credo che sia stata la fuga di notizie a bloccare l’indagine e il coinvolgimento di altre squadre. Per arrivare all’Inter, bastava non ignorare le intercettazioni che già esistevano. All’Inter c’erano già arrivati! La fuga di notizie, al limite, poteva bloccare tutta l’indagine, ma alla data di questa famosa fuga, c’era già materiale per coinvolgere più personaggi. Bastava utilizzarle tutte. Si spiega perché l’inchiesta di Calciopoli andò così? Sì, ma preferisco non dirlo su un giornale. Giusto per evitare che si apra un ulteriore fronte giudiziario sulla vicenda. La querela di Gianfelice Facchetti contro Luciano Moggi come andrà a finire? Questo non posso dirlo. Diciamo che le affermazioni di Moggi si riferiscono a un fatto oggettivo di cui ci sono prove. Non a caso il giudice ha acquisito le telefonate di Moratti e Facchetti, la relazione Palazzi e altre intercettazioni. Se dovesse dare ragione a Moggi, sentenzierebbe che affermare che l’Inter ha cercato di condizionare un arbitro è un fatto vero e non rappresenta diffamazione per alcuno. Calciopoli si chiuderà mai? Questa vicenda dura da anni, più dei processi di Andreotti. E se ne continua a parlare. Vuol dire che non tutto è stato chiarito e che la giustizia non ha funzionato completamente”.