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News, Timossi: “Così Allegri ha cancellato Klopp”

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Giovanni Remigare
Massimiliano Allegri – Getty Images

NEWS ALLEGRI – Dal “Il Secolo XIX”, Giampiero Timossi ha parlato dell’impresa bianconera a Dortmund attraverso le colonne di calciomercato.com: “Clic, Klopp la fotografia. Quelli che pensano che il calcio sia ancora un gioco se ne vanno dallo stadio per ultimi, tornano a casa a piedi, lasciano che le mani sprofondino nei pantaloni della tuta e invece di trascinare un trolley Louis Vuitton portano una zainetto in spalla. 

Clic, la fotografia: Jurgen Klopp che esce dal Westfalestadion e s’incammina verso casa. Se vuoi ci puoi mettere anche le note di Lou Reed, “Perfect Day” sarebbe la colonna sonora giusta. Perché qui, in uno scatto, si racconta l’epilogo di una giornata perfetta: per la Juventus, per lo sport e pure per mister Klopp. Eppure a Dortmund c’è la nebbia, piove e forse si muore di noia.  Qui, al centro della Ruhr tedesca, dove gli alberi se ne infischiano del primo giorno di primavera. Stanno immobili, secchi, come soldati in trincea. 

Clic, Klopp la fotografia, di quello che è stato e di quello che poteva essere. “Abbiamo perso perché lo abbiamo meritato”, dice l’allenatore. Mentre mister Borussia si confessa in sala stampa, Giuseppe Marotta la racconta in zona mista, cioè qualche metro più in basso: “Voglio dare il giusto riconoscimento ad Allegri, accolto a inizio stagione da grande scetticismo”. 

Già, basta fare un passo indietro, poca roba: mese di luglio, estate scorsa. E’ il giorno 15 quando Conte (ufficialmente) se ne va. Sembra un’estate rovente, ma alla fine non farà altro che piovere. Nel carcere milanese di Opera stanno interrogando l’ex senatore Luigi Grillo, l’ex comunista Primo Greganti, antichi democristiani e pure lobbysti genovesi. E’ il primo scandalo Expo. Il premier Renzi decide che non è ancora arrivato il momento di mollare il ministro Maurizio Lupi. Conte invece ha già deciso di mollare la Juve. In carcere si fanno gli interrogatori di garanzia, fuori, nell’attesa, qualche cronista telefona a Marotta. L’amministratore delegato della Juve è “incasinato”, ma risponde. “Klopp ci piace, ma non molla”. Sarebbe la prima scelta? “Uhm. Mihajlovic? Bravo, ma non è ancora pronto. Punterei su Allegri”. 

Probabilmente Marotta ha deciso, ha già scommesso, il giorno dopo la Juventus annuncia di aver ingaggiato l’ex tecnico esonerato dal Milan. In ventiquattrore la crisi bianconera sembra risolta. Nella vita c’è sempre un però. Però i tifosi sognavano Klopp e quelli che frequentano i social network protestano e quelli che scrivono sintetici su twitter lanciano il loro grido di battaglia#noAllegri. 

Invece #sìAllegri, ma adesso è facile dirlo. In fondo non è neppure utile ribadirlo, non dopo la giornata perfetta. Meglio guardare quella foto scattata da Max Nerozzi, inviato della Stampa: un po’ mossa e quindi perfetta, come fosse un giovane Robert Capa capace sempre di uscire dal gregge. In quella foto c’è tutto, quello che è stato e quello che poteva essere. C’è Klopp che disse no alla Juventus: voleva restare nella Ruhr, dove c’è la nebbia, ma dove puoi tornare a casa con lo zainetto in spalla, a piedi, dribblando le cartacce e i cattivi pensieri. Semplice.  Non sono latitudine e longitudine che fanno diversi gli uomini, non è vero che l’erba del vicino è sempre più verde e neppure che in Italia sì e invece in Germania no, certe cose da loro non succedono. Il Borussia Dortmund rischiò di fallire, nel 2006 aveva 140 milioni di debiti, quasi la stessa cifra del Parma, lo sprofondo creato dagli sciagurati Ghirardi e Leonardi. E allora, nove anni fa, i giocatori tedeschi erano costretti a dialogare con gli ultrà. Sarà stata un’assonanza cromatica, ma quelle maglie gialle sotto il “Muro” ricordavano quella bianca e gialla e blu di Antonio Cassano, sotto la curva del Tardini. 

No, non è un problema geografico, qui ci deve essere qualcosa di diverso, dell’altro. Qui Klopp è a casa, mentre Torino non faceva per lui. E quel qualcosa Marotta l’ha capito subito. Giuseppe (detto Beppe) non sarà un incredibile scopritore di giovani talenti, anzi non lo è, pare che quella parte del lavoro tocchi al suo braccio destro Fabio Paratici. Però ha una straordinaria capacità: sa cogliere le sfumature. Parte dai dettagli, ci aggiunge la fantasia e alla fine inventa. Ha inventato l’ultimo trasferimento azzeccato di Cassano, dal Real Madrid alla Sampdoria. Ha inventato la rinascita di Allegri. Partendo dalle sfumature, dal bianco e dal nero. La foto è perfetta. Ora è tutto in un clic”. 

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Giovanni Remigare

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