TAVECCHIO JUVENTUS FIGC – Juventus-FIGC, un rapporto sempre al limite. Dalla Calciopoli in poi, con la revoca dei due scudetti al club bianconero, la polemica è perenne. La recente conclusione della vicenza Calciopoli, finita in prescrizione, ha sollevato nuove polemiche. L’ultima è stata quella di ieri, quando allo Juventus Stadium, sede questa sera dell’amichevole Italia-Inghilterra, è stato coperto il logo dei 32 scudetti che campeggia in bella vista, sostituito da un’immagine del logo della Nazionale.
Il Presidente della FIGIC Carlo Tavecchio ha rilasciato quest’oggi una lunga intervista a Tuttosport dove è tornato sull’argomento Juventus. Le sue parole non sono di totale chiusura di dialogo col club bianconero, ma c’è un’apertura: ”Io sono stato uno dei pochi interisti che non si è mai offeso quando la Juve vinceva. Certo, mi turba la causa della Juve al Tar con una richiesta di risarcimento di 443 milioni. E’ un problema, non posso andare a pranzo con chi mi chiede un risarcimento così alto, non so come facessero prima chi mi ha preceduto Ogni volta che ho incontrato Agnelli, lui si è mostrato possibilista, ma mai siamo entrati nei dettagli. Noi abbiamo aspettato tutti i gradi di giudizio, su Calciopoli. Per quanto riguarda l’azione di responsabilità, l’azione della Juve non ha più possibilità, dopo la sentenza della Cassazione. La questione è chiusa. Per le altre cose, invece, vedremo…”.
Le altre cose, per esempio gli scudetti revocati. Tavvecchio è possibilista: ”A me interessa chiudere la questione legata alla precarietà gestionale. La Figc fallirebbe se dovessimo dare alla Juve quei 443 milioni. La FIGC ha una dignità che deve recuperare. Noi siamo servi di tutti, ma schiavi di nessuno. Noi dobbiamo solo togliere di mezzo la loro richiesta danni, poi non c’è nessuna opposizione a valutare norme e argomenti che la Juve ritiene di valutare. Sono il primo a capire che quando si vince sul campo un campionato si conquista un diritto. Detto questo, la Juve pre-Calciopoli non aveva bisogno di vincere in tribunale. E invece…”.
Per Tavecchio la questione Calciopoli non è andata in prescrizione, o meglio il suo pensiero è che la Juve in qualche modo è coinvolta pesantemente: ”Ci sono sentenze molto chiare. Dite che queste cose sono state confutate a livello penale? Beh, a livello sportivo è un’altra cosa. Io ho pensato di tutto e di più, sulle telefonate agli arbitri. Però l’analisi fatta dalla Cassazione mette in evidenza con chiarezza che c’è stato un procedimento doloso da parte di due dirigenti juventini. Intanto ci sono state delle condanne. O meglio: delle prescrizioni, ma il reato è rimasto, da quanto ho letto… Ripeto: due dirigenti della Juve, non del Bordighera. La Federcalcio non deve niente alla Juve. Io nel recente passato sono passato dall’invito a trovare una soluzione bonaria alla dichiarazione che la causa della Juve è temeraria soltanto perché me lo hanno suggerito gli avvocati”.
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