ITALIA CONTE / COVERCIANO – Il Ct della Nazionale, Antonio Conte, ha parlato in conferenza stampa in vista delle amichevoli con Spagna e Germania, naturalmente spiegando i motivi che lo hanno spinto a lasciare l’azzurro. Ecco le sue dichiarazioni riportate su Tuttosport.com: “Mi era stato chiesto di fare chiarezza prima degli Europei visto che avevo il contratto in scadenza. Ho ponderato la decisione sotto tutti i punti di vista e l’ho comunicata in maniera serena al presidente (Tavecchio ndr), che è la persona che mi ha voluto. Cosa mi stuzzica dell’Inghilterra? In questo momento niente, sono nelle vesti di Ct e ben lieto di esserlo. E’ un’esperienza fantastica che mi rimarrà sempre, che mi ha completato e insegnato a massimizzare i tempi. Ho sempre invidiato gli allenatori che hanno rappresentato l’Italia in manifestazioni importanti, Ora tocca a me, sono contento e daremo il massimo. Ma no. Da parte mia c’è la volontà di essere chiaro. Non è assolutamente un addio al calcio italiano, dove sono cresciuto, ho vinto e perso, con gioie e dolori. Europeo? Mi eccita questo appuntamento importantissimo a giugno. Ci abbiamo lavorato per due anni. Sono carico e pronto a lavorare. Il gruppo è importante, sappiamo che sulla carta ci sono nazionali più forti, ma con il lavoro e con l’essere squadra possiamo colmare il gap. Cosa lascio in eredità? Credo che abbiamo restituito la voglia di vestire la maglia azzurra. Anche il settore giovanile in questi anni, 4 di Sacchi e 2 miei, ha avuto risultato importanti.Ci siamo qualificati conl’Under 17 e ora speriamo nell’Under 19. Spostamento Finale di Coppa Italia? Ho sempre una piccola speranza che possa cambiare, se resterà quella prenderò decisioni: volevo dare sette giorni di riposo. Si parla tanto di tutela dei calciatori, io non chiedevo giorni in più per me, ma per avere calciatori più brillanti dopo la stagione. Quando ho deciso di lasciare? Dopo la qualificazione agli Europei, a ottobre… Sarà stata la gioia, avevo valutato l’opportunità di restare. Poi, però, sono passati altri 4 mesi senza allenare e mi sono sentito come in un garage. Chelsea? Per me non è un tabù, ma potrei anche cominciare da squadre italiane”.