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EDITORIALE/ Johan Cruijff, l’uomo che cambiò il calcio

Johan Cruijff (getty images)

Un’immagine davanti a me: un ragazzo con una maglia arancione, numero 14, braccia aperte come a voler dire: “eccomi”, quel ragazzo è Johan Cruijff, il Profeta del Gol.
Chi ama il calcio sa quanto speciale è stato quel ragazzo, che influenza ha avuto nello sport più amato al mondo. Un visionario assoluto, avanti anni luce rispetto ai comuni mortali, rispetto anche a mostri sacri quali: Pelè, Maradona, troppo legati alle loro individualità rispetto a Johan che amava il gioco corale.  Lui non era un numero 10 come gli altri, era il numero 14, unico e solo, unico ed inimitabile.
In campo con la sua eleganza e la sua classe ha deliziato il pianeta intera, lasciandoci, grazie alla sua intelligenza tattica, un calcio spettacolare, il calcio totale. Si perchè se oggi tutti parliamo di Tiki Taka, falso nueve e tante altre intuizioni tattiche, dobbiamo ringraziare questo straordinario olandese, che prima di tutti ha saputo riscrivere le regole del gioco.
Con una semplicità formidabile ha fatto capire a tutti che per vincere nel calcio bisogna farlo con il collettivo, per qualcuno può sembrare banale, ma in fondo non lo è. “Qualsiasi calciatore è fondamentale per la squadra, tutti sono indispensabili per giocare bene e vincere“, questa frase racchiude alla grande il credo calcistico di Cruijff.
La sua Olanda rimarrà la nazionale più forte e più bella di sempre, il suo Ajax la squadra da imitare e il Barcellona conserva il suo “Dna” da anni, e ci sono i risultati a parlare. Un precursore assoluto di quello che sarebbe diventato il calcio di oggi. Tantissimi anni fa in campo faceva già vedere cose moderne, un calciatore venuto dal futuro.
Destro o sinistro non faceva differenza, velocissimo palla al piede, elegante come nessuno, testa alta e visione di gioco formidabile, i passaggi più improbabili li eseguiva con una semplicità disarmante.  Un numero 14 che ha scritto la storia del nostro calcio e forse anche della nostra vita, un numero che è leggenda. Cruijff ha lasciato questa terra, ma non lascerà mai i nostri ricordi. Caro Johan, il minuto di silenzio da dedicarti è il primo della finale Olanda-Germania Est del 1974, il calcio sta tutto lì, buon viaggio profeta, e grazie.

Giovanni Remigare

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