MARIO MANDZUKIC 8,5
Attaccante classe ’86, destro, longilineo con baricentro alto. Dotato di una discreta tecnica, fisico imponente, abile di testa, può giocare in tutte le posizioni dell’attacco, sa sacrificarsi per la squadra andando a fare un pressing forsennato e se ce n’è bisogno andare a rincorrere gli avversari per tutto il campo. Ha tempra, tenacia e un istint killer micidiale nell’area piccola del portiere avversario, ma può rendersi utile anche in fase difensiva sui calci piazzati degli avversari. Un giocatore che vista la sua stazza fisica dovrebbe giocare con più continuità per rendere al meglio, ma alla Juve questo non è possibile per la qualità dei campioni in rosa. E’ un attaccante che se corre poco riesce a essere più incisivo sotto porta, mentre se si danna l’anima i suo lavoro va a vantaggio della squadra; un giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero avere e che in Serie A ha vinto nettamente il duello con il romanista Dzeko, che in molti a inizio stagione davano come più forte del croato. Mandzukic nel suo primo anno in bianconero ha dimostrato di poter meritare questa maglia (sostituendo alla grande il partente Llorente) fornendo sempre ottime prestazioni, senza lesinare mai impegno e contribuendo con assist e gol alla causa della squadra. Il suo apporto maggiore l’ha dato in campionato, dove in 25 presenze ha realizzato 10 gol, ma è stata sua la prima rete della Juventus in Champions nella stagione, nella sfida di andata contro il Manchester City vinta per 2-1 all’Etihad, che ha poi replicato nel match di ritorno vinto per 1-o. Decisivo anche nella Supercoppa contro la Lazio vinta 2-0 in cui il croato ha segnato il gol di apertura. Fondamentali in campionato sono state le reti nelle partite cosiddette “facili”, Palermo, Empoli, Carpi (doppietta), ma anche con le più blasonate Milan, Lazio e Fiorentina, come quello di apertura contro i viola nella vittoria per 2-1 che ha assegnato lo Scudetto alla Juventus in virtù della sconfitta del Napoli a Roma. Un bomber di razza, di cui difficilmente la dirigenza bianconera si priverà, anche se dovesse arrivare un campione come Cavani.
Diego Pedullà