PAULO DYBALA VOTO 10
Attaccante classe ’93, sinistro naturale ma abilissimo anche con il destro, brevilineo con baricentro basso, ottimo scatto e progressione devastante malgrado non abbia lunghe leve. Ottima tecnica, abile nell’1vs1, effettua dribbling e giocate di alto coefficiente di difficoltà mai fini a se stesse, ma sempre in funzione dello sviluppo della manovra. Bravo nell’anticipo e nell’intercetto, grande visione di gioco e capacità tattica che gli permette di giocare non solo da punta, ma anche da trequartista e regista offensivo, come ha fatto spesso quest’anno nella Juve andandosi ad abbassare a centrocampo per impostare la manovra. Una sua peculiarità è quella di aggirare l’avversario, sia con la parte interna che esterna col piede, lasciandolo sul posto per partire in progressione. Dal suo arrivo a Torino è cresciuto anche da un punto di vista muscolare, mostrando forza e resistenza nei contrasti. La “Joja”, arrivato a Torino dopo che la Juve lo aveva pagato a peso d’oro dal Palermo (40 milioni di euro), era considerato dai più un giocatore di qualità, ma non in grado di reggere il peso di una maglia come quella bianconera, e Marotta veniva accusato di aver speso troppo per un giocatore che aveva esordito in Serie B e aveva fatto appena un anno in Serie A. Lo stesso Allegri nei primi mesi non lo reputava adatto a sopportare i ritmi e la prestanza fisica delle avversarie di Champions. Ma non dimentichiamoci che è stata sua la rete contro il Bayern Monaco nella partita di andata che ha rimesso in riga i bianconeri per disputare un grande match al ritorno e sfiorare l’impresa di eliminare i bavaresi. Dybala ha smentito i più scettici e dopo un periodo di adattamento e dopo aver capito la lezione di maestri come Buffon ed Evra, che lo hanno spronato a entrare in sintonia con la mentalità bianconera, si è caricato la squadra sulle spalle, portando la sua immensa qualità tecnica al servizio dei compagni, ma senza disdegnare una solidità fisica, anche con la pressione dell’avversario. Ha iniziato a segnare gol e fornire assist, facendo dimenticare l’importanza che Tevez (non uno qualunque) aveva comportato negli anni precedenti, emulandolo in quanto a spirito di sacrificio, ma facendo anche di più dal punto di vista qualitativo. I suoi 16 gol in campionato e 20 in stagione lo hanno portato a eguagliare il primo anno di debutto nel campionato di due campioni come Platini e Ibrahimovic e a superarne altri due come Baggio e Trezeguet (fermi a 14). Il furetto argentino può ancora raggiungere, visto che ha ancora tre partite a disposizione, il bottino di Tevez (19 in campionato e 21 nella stagione). Un giocatore di una semplicità e un’umiltà fuori dal comune e come dice spesso il “maestro” Sacchi, è un calciatore a tutto campo e a tutto tempo, senza contro indicazioni. Mai una parola fuori posto e senza arrogarsi meriti di gol e vittorie, un campione che nel giro di due o tre anni potrebbe ambire alla conquista del “Pallone d’Oro”, ma che già oggi è inferiore solo a fenomeni planetari come Messi e Cristiano Ronaldo.
Diego Pedullà
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