JUVENTUS AGNELLI / MILANO – Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, è intervenuto in esclusiva negli studi di Sky Sport in occasione di uno speciale dedicato al club bianconero. Ecco le sue dichiarazioni riportate su Tuttosort.com: “Quando si gestisce una società si ha l’ambizione di vincere e noi ce l’abbiamo. Chi sta alla Juventus deve pensare solo a vincere. Con la giusta ambizione, abbiamo i mezzi per arrivare a essere i primi in Europa. Il meglio della stagione è stato l’inizio in Cina, con la conquista di un trofeo e la fine a Roma con un altro trofeo. La parte più brutta è stata la gestione nel periodo di inizio novembre, prima del derby. La compattezza del nostro gruppo ci ha dato la carica per risollevarci. Allegri? Con lui il rapporto è ottimo, non ho mai cercato di condizionare le sue scelte. Conti bianconeri? Chiedere un aumento di capitale ogni due o tre anni vuol dire gestire un’azienda che non è sana o avere uno stile di gestione non appropriato. Il rapporto con John Elkann è più che buono. Il nostro obiettivo è avere una società vincente che sia indipendente dal punto di vista economico. Siamo partiti da una perdita di 95 milioni dimezzandola anno per anno, abbiamo raggiunto 350 milioni di fatturato e un equilibrio economico-finanziario riuscendo a vincere. Dal mio punto di vista la società è ben impostata per reggere alle sfide dei prossimi due o tre anni. Poi bisognerà capire cosa succederà al calcio italiano ed europeo per comprendere come restare competitivi e non perdere terreno dalle grandi potenze. Nel 2006 c’è stato un momento di discontinuità, da allora il calcio italiano ha perso occasioni. Noi dobbiamo capire qual è il nostro modello, il percorso da intraprendere, la mission da dare alle squadre di Serie A e da lì programmare. L’ultima volta che sono andato in Lega, abbiamo discusso un’ora per introdurre il Boxing Day tra due anni. In questo momento non abbiamo la competitività del modello inglese, guarderei più alla Spagna proteggendo le sue squadre collettivizzando i diritti televisivi. Il legame tra Torino e la mia Famiglia? Io e mio cugino abbiamo la residenza lì. Se pensiamo ai grandi investimenti che sono stati fatti negli ultimi anni a Torino, dobbiamo pensare alla Juventus con il nuovo stadio e alla fabbrica della Maserati a Grugliasco, quindi grandi investimenti che sono stati fatti sul territorio. La sede civile di FCA oggi è in Olanda, ma il centro direzionale per l’Europa e l’Africa rimane Torino. Al di là degli investimenti, rimane il grandissimo affetto per la città. Elezione sindaco? Per quanto riguarda i prossimi appuntamenti amministrativi, io sono spettatore privilegiato, perché sono residente a Fiano Torinese, quindi voterò per altri candidati. I rapporti miei personali, della Juventus e di FCA, saranno con le istituzioni e i rapporti saranno ottimi. Addii dolorosi di Conte e Del Piero? Ogni situazione è figlia dei suoi momenti. E’ un principio che vale per qualsiasi azienda, non solo per la Juventus. Steve Jobs non è più alla Apple, ma la Apple è diventata la società con la maggiore capitalizzazione al mondo successivamente. Qualsiasi azienda deve essere superiore ai propri uomini. Stranieri nel calcio? Ben venga chi vuole investire nel calcio. Con i proprietari stranieri della Serie A come Saputo del Bologna e Pallotta della Roma c’è ampia sintonia. Aumenta la competitività e sarà uno stimolo. Possibili acquirenti Juventus? Abbiamo il 63 per cento delle quote della società e senza la volontà di vendere non può esserci nulla. Il futuro di Pogba? Dovete chiedere a Marotta, se ne occupa lui. Senza lo zoccolo duro di calciatori italiani, che danno identità, difficilmente ci saremmo rialzati a novembre. Sono quelli che non riescono facilmente ad andare dal panettiere e dal macellaio senza sentirsi dire quello che realmente pensa il tifoso e che veramente capiscono cosa significa vincere, pareggiare o perdere. Sturaro, Rugani, Zaza, sono tre che sono arrivati e che si aggiungono a Chiellini, Bonucci, Barzagli, Buffon, Marchisio e agli altri. Olimpiadi a Roma? E’ un’opportunità da non perdere per ammodernare le sue strutture. Roma è la città eterna. I grandi eventi sportivi portano un grandissimo indotto e se ce ne sarà bisogno il mio contributo sarà pieno e totale. Non esiste galateo con la Nazionale. Caso Bonucci? Non abbiamo dato il giocatore prima della finale di Coppa Italia, anche se squalificato, perché ci serviva negli allenamenti e nello spogliatoio come uomo squadra. Un conto è affrontare Bonucci in allenamento, un altro è misurarsi con un ragazzo della Primavera. Sudditanza Juve? I cliché non si cambiano, fa parte della tradizione. Non mi scoccia e non mi dà fastidio. Se uno passa il 90 per cento del tempo nell’area avversaria, probabilmente prende più rigori di chi ci sta il 10 per cento”.
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