JUVENTUS-PESCARA MAROTTA / TORINO – Ecco le dichiarazioni rilasciate dall’ad bianconero, Beppe Marotta, pochi minuti prima dell’inizio del match ai microfoni di Premium Sport: “Hernanes è un giocatore a tutti gli effetti nostro e quello che si dice sono più notizie giornalistiche, nel senso che non abbiamo avviato nessuna trattativa col Genoa. Questione Kean? Esiste un rapporto di correttezza tra noi e Raiola, o chi opera per lui. Onestamente non sappiamo nemmeno ufficialmente chi sia il procuratore. Però che credo che Kean abbia tanti anni davanti e quindi cred che per lui giocare nella Juventus sia un grande motivo di orgoglio e la Juventus è considerata una delle squadre più forti al mondo. Meglio di qui dove può trovare destinazione? Se è un discorso economico allora trova delle logiche diverse, ma io credo che un buon agente deve far ragionare il suo assistitoe far capire che il Dio denaro sia solo un aspetto complementare e non essenziale. Dybala? E’ uno di quei giocatori che ha meritato un adeguamento di contratto, è giusto riconoscere i meriti acquisiti e con lui siamo sulla strada della definizione. Pensiero alla Champions? Più che quello bisogna capire che uno come Buffon rischia di fare 60 partite in una stagione, e poi gioca Neto che è un portiere di valore, interessante, che rappresenta una sicurezza, e quindi credo che questo avvicendamento sia assolutamente fisiologico. Higuain condizionato dai fischi in Argentina? Gonzalo è un giocatore di esperienza e sa che qualsiasi prestazione che non soddisfi il pubblico può portare a ricevere dei fischi o dei dissensi da parte della tifoseria. Ma, dalla sua ha questa esperienza e sa benissimo che veste una maglia diversa, ma che comunque sta bene e può assolutamente dimenticare quei fischi che lo hanno condizionato qualche giorno fa. Allegri parla sempre di Gundogan? E’ un ottimo giocatore, sta facendo benissimo sia nella squadra di club che in Nazionale. Non era nostro, è stato venduto a un’altra società, ne prendiamo atto, ma non credo che un giocatore da solo non può determinare le sorti di una squadra. Quindi siamo contenti dei nostri giocatori, della nostra rosa e certamente non tutte le operazioni sono possibili da definirsi, ma è evidente che una buona società, un buon mangement deve avere l’ambizione di tentare tutte le strade. E anche con Gundogan ci abbiamo provato, ma evidentemente ragioni di carattere economico lo hanno spinto a provare un’esperienza diversa dall’Italia”.