Marco Borriello, attaccante ex Juventus adesso in forza al Cagliari, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine dell’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” parlando anche della sua esperienza, breve ma intensa, con la maglia bianconera. Queste le sue parole: “Alla Juve sono stato poco e ho imparato tanto. Sei mesi mi hanno regalato uno scudetto che sento mio al di là del “famoso” gol di Cesena, mi hanno permesso di conoscere lo spessore umano di Conte e fatto capire “da dentro” perché dominano da anni: rivinceranno lo scudetto, possono perderlo solo loro. E’ un club che sa riconoscere il talento, non sbaglia quando compra giocatori, costruisce con razionalità: squadre che hanno gambe e cervelli così, e ce ne siamo accorti all’andata. Umanamente Conte mi ha dato tanto. Perché alla Juve ero un uomo in difficoltà e mi ha aiutato. All’inizio alla Juve avevo i tifosi contro: fischi, striscioni, ‘Mercenario senza onore e dignità’, malumore dallo stadio fin dentro lo spogliatoio. Allora Conte fece una gran cosa: organizzò un incontro pacificatore. Lui, io e due capi tifosi, per spiegargli che non avevo mai rifiutato la Juve. A lui credettero, e fu tregua all’improvviso”.
Borriello ha poi parlato della partita di domenica proprio tra la Juventus e il Cagliari: “All’andata arrivavamo da un 3-0 all’Atalanta, sull’entusiasmo siamo andati a giocarcela alla pari e con loro non si può. Quattro pappine e a casa, domani quel ricordo ci servirà”.