La forza della Juve sta nei numeri. Vero, ma anche nel numero di giocatori presenti in rosa, quella a disposizione di Massimiliano Allegri. Il tecnico bianconero può contare su una batteria quasi inesauribile di giocatori, batteria messa in crisi questa stagione solo dagli eventuali infortuni e problemi fisici.
Quelli più importanti sono anche da attribuire al giocatore più atteso, uno degli ultimi arrivi di quest’anno: Marko Pjaca si era già fermato per noie muscolari una volta ad inizio anno, poi la rottura del crociato con la nazionale appena prima delle sfide più importanti della stagione ha messo fine al suo primo anno in bianconero e ha preoccupato non poco la dirigenza juventina. Ora il croato dovrà riposare e recuperare: peccato, perché quando in campo Pjaca non stava facendo male, riuscendo anzi a conquistare sempre più spazio nei pensieri di Allegri.
Rincon e gli altri: la vera arma di Allegri
Ma c’è una Juventus operaia dietro le stelle di Higuain e Dybala. È quella delle riserve che l’allenatore toscano usa perfettamente e valorizza al massimo nell’arco di una stagione dura e lunga come può esserlo questa.
Dietro l’intoccabile Buffon, ad esempio, i guantoni di Neto, che non ha sempre ha ben figurato (erroraccio in Coppa contro il Napoli, ad esempio), ma che ha ancora la fiducia del tecnico. Allegri schiera tanto anche Lichtsteiner e Rugani: le due alternative (di lusso) della seppur quasi perfetta difesa bianconera, quando chiamati all’ordine danno sempre il maggior contributo possibile.
Meno minuti per Asamoah e Lemina, ma i due corridori di fascia hanno già dimostrato di poter prendersi una piccola parte di gloria in questo progetto juventino. Così come ha fatto Rincòn: l’ex centrocampista del Genoa è arrivato a gennaio e regala alla sua nuova squadra minuti e polmoni.
Quando la mediana fatta da Khedira, Pjanic e Marchisio ha bisogno di riposare, sa entrare in campo e restituire equilibri che solo giocatori come il venezuelano sanno dare. Nota di margine per Stefano Sturaro: per lui poco più di mille minuti in stagione e la convinzione di dover essere un jolly tra i giganti per potersi guadagnare spazio.