Chiellini in conferenza: “Per vincere ci vuole grande empatia”

Chiellini – Getty Images

“La fase difensiva sta tutta nell’equilibrio di squadra. se prendiamo pochi gol è merito di tutti i reparti, sarebbe riduttivo dare merito solo ai difensori per aver preso solo due reti. Il calcio è bello perché si gioca in undici; fondamentale è l’alchimia tra i compagni di squadra. L’attacco del Monaco ci ha messo in difficoltà, chi dice il contrario sbaglia. Abbiamo incontrato due attaccanti di valore mondiale che ci hanno creato dei problemi. Falcao e Mbappè sono un mix di esperienza e gioventù, siamo usciti stanchissimi dal campo per marcarli; non dimentichiamo che Buffon è stato costretto a due-tre grandissimi interventi. Con il cambio di modulo si è creata un’empatia diversa e più elevata. Ognuno si è messo a servizio della squadra. Empatia e feeling sono l’acceleratore senza la quale non si può arrivare in fondo alle competizioni. Abbiamo la fortuna di avere una rosa di altissimo livello. Siamo in tanti, stiamo e bene e il mister ci sta facendo giocare praticamente tutti; arriviamo al match di domani in condizioni fisiche e mentali ottimali”. Così Giorgio Chiellini ha esordito nel corso della conferenza stampa di vigilia della semifinale di Champions League contro il Monaco. Il difensore ha poi proseguito dichiarando:

Non aver vinto lo scudetto lo scorso weekend? “Noi facciamo la corsa su noi stessi. L’importante è vincere lo scudetto. Vincerlo questa settimana o la prossima non cambia nulla. Il triplete? Io non ci penso. Il segreto è di pensare di partita in partita. Il nostro obiettivo attuale è quello di arrivare a Cardiff. Al triplete è giusto che pensino i tifosi. Al momento credo sia prematuro parlare della finale. La gara di domani ha tanti insidie, ma noi abbiamo esperienza”.

Il rapporto con gli altri difensori? “Sono tanti anni che condividiamo campo e vita insieme. C’è grande empatia dentro e fuori dal campo tra di noi. È un rapporto bello che continuerà anche quando avremo smesso. Noi vogliamo cercare di essere d’aiuto e d’esempio per i giovani che sono arrivati in questi anni. Dani Alves è un matto, solare che vive la sua vita a 300 all’ora sempre col sorriso. Paulo è un ragazzo riservato, è il più taciturno; ma è un punto di riferimento per noi già dall’anno scorso. Gonzalo è una grande sorpresa, mi aspettavo una persona diversa e invece si è rivelato da 10”.

Differenza Dybala e Mbappè? “La prima cosa che balza agli occhi sono le caratteristiche fisiche. Paulo è un giocatore di raccordo che crea superiorità. Il francese si esalta nella profondità, più attaccante d’area rispetto a Dybala ed ha fatto dei numeri incredibili per la sua età”.

I comportamenti razzisti verso Muntari e Benatia? “C’è dispiacere. Queste cose non stanno ne in cielo ne in terra. Credo sia un problema mondiale, non solo italiano. Spero che il più presto possibile si smetta di parlare di queste cose. Con Muntari c’è stato un attimo di lucidità dopo la squalifica. Per Benatia credo sia giusto che paghi chi ha sbagliato, non si può accettare un comportamento del genere”.

Differenza tra questa Juve e quella del 2015? “Consapevole e condizione nell’affrontare certe partite. Nel 2015 non ci aspettavamo di arrivare in finale, dopo il percorso che avevamo avuto con il girone passato per il rotto della cuffia. Nessuno di noi credeva di arrivare a Berlino e poi avevamo troppo rispetto per l’avversario. Il passaggio di Monaco dell’anno scorso è stato importante; ci ha lasciato qualcosa dentro. Vedere il traguardo vicino ci dà ancora più carica. È da luglio che ci alleniamo per arrivare a questo obiettivo. Rispetto al passato siamo maturati nel gestire le pressioni e le tensioni di queste situazioni”.

Le qualità di Higuain?È incredibile come riesca sempre ad essere solo in area di rigore non per colpa dei difensori avversari. Ci tiene molto a far giocare la squadra, tiene palla e aiuta i compagni; gioca in maniera diversa rispetto a quando era al Napoli. È tra i primi 3 attaccanti al mondo”.

Chiellini ha poi fatto un inciso sulle gerarchia di un club per vincere: “Le tante vittorie arrivano grazie alle società di altissimo livello. I giocatori sono solo una conseguenza del grandissimo lavoro della dirigenza”.

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