La Juventus ha avuto per diverso tempo le mani su Domenico Berardi. L’esterno del Sassuolo non è più adesso sotto la “tutela” dei bianconeri e a fine stagione deciderà quale sarà il suo destino. Su di lui c’è il forte interesse dell’Inter che sarebbe pronta a fare follie per portarlo in nerazzurro e farne uno dei protagonisti della “rinascita”. L’attaccante della Nazionale Italiana Under 21, come riportato dalle news Juventus, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine dell’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” parlando del suo rifiuto ai bianconeri e del suo rapporto con Massimiliano Allegri.
Berardi ha dichiarato alla rosea: “In realtà, per come lo dissi io, non fu un no: era un sì al Sassuolo, il sì che a loro fra l’altro non avevo mai detto. Eravamo appena andati in Europa League: volevo giocarla con i compagni con cui me l’ero presa, volevo crescere un altro anno. E poi sì, è vero: a me piace tanto giocare e poco fare quello che mi dicono di fare. La Juve non mi ha costretto a far nulla, ma spingeva molto perché andassi: per me era una specie di imposizione. E quanto avrei giocato? Mi avrebbe fatto bene tanta panchina, così giovane? Confesso, aver visto l’esempio di Zaza un po’ ha pesato: ho contato i minuti che Simone aveva giocato lì, e ho tirato il freno”.
“Sono nato con il cuore nerazzurro perché certe cose i genitori le passano ai figli e vinse la fede di papà Luigi e di mio fratello Francesco, non quella di mamma Maria che tifa Juve. Da bambino mi riempì gli occhi Ronaldo. Ogni ragazzino che ama il calcio ha una squadra del cuore, no? Il mio tifo l’ho dichiarato in tempi non sospetti, ben prima che si iniziasse a ipotizzare l’Inter nel mio futuro. Normale: leggo che mi seguono, nel loro progetto ci sono nuovi acquisti e possibilmente italiani, per forza se ne parla. Ma io non ne parlo, a fine stagione si vedrà”.
Il giovane attaccante del Sassuolo ha poi parlato del rapporto con l’allenatore della Juventus Allegri: “Allegri? Mi deve solo dire grazie. Dai, è una battuta… Però, a pensarci bene: il Milan lo ha esonerato, lo ha preso la Juve e oggi è lì che ha vinto tutto e può vincere anche la Champions. Non ci ho mai parlato, dopo quel giorno. Non è capitato di incrociarci se non in campo, dunque non mi ha mai detto “Mannaggia a te” e io quella sera, saputo dell’esonero, non pensai “Mimmo, visto che hai combinato?”. Allegri era il primo a sapere come vanno certe cose nel calcio, soprattutto se fai l’allenatore: sbagli 3-4 partite e ti ritrovi fuori. E poi, mi scusi, avevo appena fatto quattro gol al Milan: pensavo solo a godermela, no?”.
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