Dodicesima Coppa Italia della propria storia e terza consecutiva. In caso di vittoria dello Scudetto, terzo anno di fila con in bacheca sia Campionato che coppa nazionale. Senza dimenticare i cinque scudetti arrivati uno dietro l’altro. I numeri, e soprattutto i trofei, ci raccontano di un dominio incontrastato dei bianconeri da qualche anno a questa parte. Basterebbe un dato: dei sedici trofei nazionali assegnati dalla stagione 2011-2012 ad oggi tra Campionato, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, la Juventus se ne è aggiudicati ben undici (cinque Scudetti, tre coppe Italia e tre supercoppe Italiane), con altri due ancora da assegnare. Numeri da capogiro, che testimoniano la costante superiorità dei bianconeri rispetto a tutte le altre squadre. Superiorità affermata da ogni punto di vista: dalla progettualità della dirigenza, al lavoro sul campo dell’allenatore e della rosa a sua disposizione. Dopo il brusco stop in campionato contro la Roma, la squadra di Allegri era infatti chiamata a reagire e la sfida dell’Olimpico contro la Lazio ha dimostrato ancora una volta quanto competitiva e completa essa sia. Per poter competere su tre fronti, l’allenatore deve per forza di cose contare su una rosa profonda su cui poter fare affidamento, senza minimamente scalfire le certezze di squadra. La differenza tra la Juventus e tutte le altre avversarie, specialmente in ambito nazionale, sta tutta qui, ovvero nella completezza della rosa e nella consolidata mentalità di essa: a prescindere da chi scende in campo, la voglia di raggiungere un determinato obiettivo è comune a tutti i giocatori. È questo il caso della Coppa Italia, in cui protagoniste sono state le riserve, o meglio i gregari.
Juventus, da Rincon a Sturaro: la Coppa Italia è la vittoria dei gregari
La vittoria della Coppa Italia è soprattutto la vittoria dei gregari, che hanno dimostrato di non meritare questo appellativo, o quanto meno quanto esso sia riduttivo. Sia nella finale, con l’utilizzo di Rincon e Marchisio (anche se difficile da considerare un gregario) che nelle gare precedenti, Allegri per la Coppa ha sempre fatto affidamento sulle cosiddette seconde linee. Stiamo parlando dei vari Neto, portiere di coppa, Rugani, Benatia, Asamoah e Sturaro, oltre al già citato centrocampista venezuelano. Il concetto è sempre lo stesso: cambiano i giocatori, non cambiano i risultati in casa Juve. A dimostrazione del loro efficace utilizzo da parte di Mister Allegri, basterebbe spulciare i minuti di Coppa disputati da ogni singolo giocatore sopra citato: stando alle News Juventus, delle cinque partite totali tra ottavi e finale, Neto è sempre stato schierato titolate ed ha disputato tutti i 450′, Rugani, che ha saltato la finale per infortunio, è invece partito titolare in due gare ed ha totalizzato 180′, Benatia, che ha saltato gli ottavi ed i quarti di finale a causa della Coppa d’Africa, ha disputato tutti i 90′ dell’importante sfida delle semifinali di ritorno contro il Napoli. E ancora, Asamoah ha totalizzato tre presenze da titolare per 253′ di gioco, Sturaro, complice l’infortunio dei mesi scorsi, è sceso in campo per 130′ ed infine Rincon, arrivato nella sessione invernale di calciomercato, è stato lanciato ben tre volte titolare da Allegri per un totale di 250′, di cui gli ultimi 90 disputati nella finalissima di Roma. Gregari d’oro per una medaglio d’oro, quella della Coppa Italia. Il primo passo verso la storia è compiuto, ne mancano altri due per entrarci di diritto, nella storia. Con i gregari o senza, sta ad Allegri decidere. D’altronde il risultato sembra essere sempre lo stesso.
a cura di Enrico Pecci