Dybala si racconta: “Buffon mi ha fatto capire che alla Juve non si cercano scuse”

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Dybala © Getty Images

A dieci giorni di distanza dalla partita più importante dell’anno e probabilmente della sua carriera, Paulo Dybala si racconta in una lunga intervista per “Il Venerdì” di Repubblica. La difficile infanzia, la scomparsa del padre per un tumore al pancreas e lo sbarco in Italia, a Palermo, sono tutte esperienze che, come dichiarato dallo stesso argentino, hanno segnato la vita del Dybala uomo, ma soprattutto calciatore. Fino all’arrivo alla Juventus per la definitiva esplosione. Questo un estratto dell’intervista rilasciata al quotidiano in cui il 23enne parla del suo arrivo a Torino: “Mi sono accorto che ci sono Italie diverse appena arrivato al Nord, alla Juve. A Palermo vivevo a Mondello, giravo in bici, andavo al mare, i vicini si prendevano cura di me, anche se avevo mia mamma Alicia. Qualsiasi cosa mi mancasse, loro c’erano. Torino è elegante e discreta, ti lascia in pace, ma se ti serve lo zucchero, inutile suonare ai vicini, meglio puntare dritti al supermercato. Noi argentini siamo affettuosi, abbiamo bisogno di famiglia, le radunate non ci spaventano. Per cui questa riservatezza un po’ mi pesa. Qui sul pullman verso lo stadio ognuno ha gli auricolari e sente le sue canzoni, io in Argentina ero abituato ad un apparecchio gigantesco che sparava musica a palla, tutti allo stesso ritmo, cafone magari, ma divertente.” – ha spiegato il talento argentino, che non scorda il suo benvenuto in squadra – “Il benvenuto nella Juve me lo ha dato Buffon nello scorso campionato. Eravamo in difficoltà: quattro punti in 10 partite, ko con il Sassuolo, nostra quarta scofitta, Gigi parla di umiltà, di senso di responsabilità, di vergogna per le brutte figure. Lì ho capito che alla Juve non si cercano scuse e che il codice per la vittoria non cambia mai”.

La ‘Dybala Mask’ è un tormentone

A proposito del gesto della maschera esibito dopo ogni gol da qualche mese a questa parte, l’attaccante ha spiegato le circostanze che lo hanno portato a scegliere questa esultanza speciale: “È nato da un mio sbaglio, dal rigore fallito contro il Milan, nella finale della Supercoppa a Doha. Non è stato un momento allegro, anzi ero deluso, da me soprattutto, faticavo a riprendermi, a guardare gli altri, mi sentivo colpevole. Così ho postato la frase di Michael Jordan: ho fallito più e più volte nella mia vita, e per questo ho avuto successo. La maschera è quella del Gladiatore, film che ho visto ormai trenta volte, nella vita bisogna rialzarsi e combattere. Ma anche capire che ci sono guerre inutili“. Un Dybala più carico che mai quello che si appresta a chiudere la stagione.

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