IL LEONE E LA PECORA – Mario Mandzukic: il calciatore-operaio simbolo della Juve che lotta #FinoAllaFine

Mario Mandzukic in azione © Getty Images
Mario Mandzukic © Getty Images

 

Uno di noi, nel senso più pieno del termine. Mai nessuna definizione risultò più adeguata per descrivere Mario Mandzukic. Un metro e novanta di pura energia croata, che da due anni ha conquistato il cuore dei tifosi bianconeri e i voti più alti in pagella dagli addetti ai lavori. Uno di noi. Uno che lotta su ogni pallone, che non molla un colpo, che attacca, che difende, che ci crede, proprio come nella migliore tradizione della Juventus, “fino alla fine”. Incarna perfettamente lo spirito della storia di questa squadra, una tradizione industriale che parte da lontano, dalla polvere della fabbrica, dal sudore della catena di montaggio Fiat. Dimenticate i cavalieri “senza macchia e senza paura”. Il centravanti bianconero è un combattente sì, ma non ha affatto paura di sporcarsi. Un perfetto operaio metalmeccanico, Mario Mandzukic, con la rabbia giusta, la prestanza fisica necessaria, l’esperienza che ci vuole per il suo ruolo, la tecnica con cui impreziosisce il lavoro e un impressionante spirito di sacrificio.

Mandzukic su Instagram commenta la sconfitta della Juventus in Champions: “Un leone non è stressato dall’opinione di una pecora”

Non è elegante Mario Mandzukic, non è delicato, a volte sembra quasi fuoriluogo mentre cerca di strizzarsi addosso giacca e cravatta e adeguarsi allo stile Juventus. Invece proprio lui, così imponente, rozzo, aggressivo, con l’aria violenta, minacciosa, con la maglietta sporca di fango o il sangue che esce dal sopracciglio rotto, proprio lui è l’emblema dello stile bianconero. Il simbolo di una squadra vincente, che impara dalle sconfitte e, purtroppo per tutti gli altri destinati a stare sempre dietro, si rialza più forte di prima. Il simbolo di chi sa reinventarsi sempre, sfruttando ogni potenzialità. E basta ripercorrere le news Juventus degli ultimi mesi per scoprire che Mandzukic si reinventa costantemente: attaccante, centrocampista, difensore, fantasista, regista, allenatore in campo e, se Buffon non fosse Buffon, sarebbe capace anche di fare il portiere. Sanguinante, a terra, stanco, ferito, deluso, anche sconfitto, ma sempre vivo e pronto a ricominciare. Porta a casa un’altra stagione memorabile, porta a casa altri due trofei, porta a casa il gol più bello di questa Champions. Mandzukic è la Juventus. Uno di noi, Mandzukic, con contratto da poco rinnovato fino al 2020. Ce lo ha ricordato, ancora una volta, poche ore fa, con un messaggio su Instagram in risposta ai tanti gufi frustrati che negli ultimi giorni hanno dato libero sfogo alla loro unica gioia dell’anno in occasione della sconfitta di Cardiff. Una foto con tutti i trofei vinti e una frase lapidaria: “Un leone non è stressato dall’opinione di una pecora”. Come a dire: “Grazie per l’attenzione, ma preoccupatevi per voi. Noi siamo la Juventus, noi domani vinceremo ancora, e ancora, e ancora. Fino alla fine, dei vostri fegati. Cordialità.”

Alessandra Curcio

 

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