«Un ragazzo gentile ed educato, un giocatore di sicuro talento e di limpida correttezza. Un sorriso dolce, spento […] da un destino vigliacco […] Quel suo sorriso però è rimasto scolpito nella nostra memoria, perché non lo ha mai abbandonato, fino all’ultimo giorno […] È come se, con quel sorriso, Andrea avesse voluto insegnarci ad affrontare la vita, anche le sue battaglie più dure, con la sua serenità. È come se avesse voluto ricordarci che le sfide si possono anche perdere, ma che mai, neanche per un attimo, ci si deve sentire sconfitti». Con queste intense parole la società bianconera aveva descritto la vita troppo breve di Andrea Fortunato, promettente terzino salernitano giunto alla Juventus nel 1993 dal Genoa. Trapattoni lo vuole subito come titolare fisso e Andrea ripaga la fiducia del mister collezionando brillanti prestazioni. Poi qualcosa comincia a cambiare, il giovane sembra sempre più stanco, al punto tale da subire continui attacchi dei tifosi bianconeri che scambiano la sua spossatezza fisica per pigrizia e mancanza di volontà. Ma non è vero, Andrea non ce la fa più e gli esami medici a cui la Juventus lo sottopone svelano la terribile verità: leucemia linfoide acuta. La squadra, la società, i tifosi si stringono in un disperato abbraccio intorno ad Andrea. Si torna a sperare dopo il trapianto di cellule sane donate dal padre e dalla sorella, ma è un attimo. Il 25 Aprile del 1995, Andrea Fortunato muore, stroncato da una polmonite. Andrea aveva combattuto da juventino vero, fino alla fine, contro una malattia più forte di lui. L’eleganza e la tenacia di quel sorriso gentile non potranno mai essere dimenticati da chi lo ha conosciuto, da chi lo ha allenato, da chi ha giocato al suo fianco, da chi lo ha visto correre fino allo stremo delle forze con la maglia bianconera vicino al cuore. Questa non è una storia che termina con una vittoria, con un trofeo sollevato, con la conquista di una coppa, ma è una storia che il popolo bianconero non smetterà mai di raccontare, di ricordare, di tramandare alle nuove generazioni di tifosi, la storia di un guerriero a strisce bianconere che da qualche parte, in qualche modo, col suo sorriso, continua a sognare correndo dietro un pallone.
Alessandra Curcio
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