Peggio non si poteva fare. Quella tra Barcellona e Juventus, andata in scena al Camp Nou, è stata una partita disastrosa per i bianconeri. Quell’attacco che in campionato appare solido e stellare si è sgretolato davanti alla furia blaugrana, collezionando scarsissimi voti in pagella. Una sconfitta che brucia e che troneggerà a lungo tra le news Juventus, come monito per la squadra bianconera a non cadere mai più in modo così rovinoso proprio all’inizio del percorso in Champions League. Qualcuno sostiene che era da mettere in conto una vittoria della compagine catalana, ma avrebbe dovuto essere necessariamente così sonora?
Certo, mancavano dei pilastri fondamentali del gioco di Allegri: Khedira, Mandzukic, Chiellini, Cuadrado e Marchisio. Eppure non sembrano le assenze la chiave di lettura di questa sconfitta. Bisogna piuttosto analizzare l’atteggiamento mentale della squadra bianconera che in Europa assume un atteggiamento remissivo e debole, con un sistematico crollo nella seconda frazione di gioco. I bianconeri mollano letteralmente la partita, non provando neppure lontanamente a recuperarla. Assenza totale di reazione, quella a cui la Vecchia Signora ci ha invece abituato in Italia (vedi col Genoa). Il campo ha chiaramente inviato dei segnali ai ragazzi di Massimiliano Allegri e al tecnico toscano stesso: ci vuole esperienza e mentalità. Esordire da titolari contro il Barcellona è stato davvero troppo per De Sciglio e Bentancur che, semplicemente, non hanno retto la pressione. Il terzino destro bianconero ha iniziato con un piglio deciso, ma un colpo alla gamba fa letteralmente calare il sipario sul suo gioco, che diventa pericoloso per la sua stessa squadra. Il giovane centrocampista deve fare ancora molta strada prima di brillare in un contesto europeo. La strada è in salita, ma in gioco c’è la crescita personale e professionale.
Il forzato paragone mediatico tra Messi e Dybala si è frantumato tra i piedi dell’argentino più grande che ha rimesso il talentuoso cucciolo al proprio posto. L’allievo non supera il maestro, almeno per il momento. Certo, le potenzialità sono innegabili, le doti tecniche evidenti, ma ieri al Camp Nou non c’è stato nessun simbolico passaggio di testimone: Messi resta Messi e si impone su tutto il mondo a suon di gol e azioni spettacolari. Arriverà la gloria anche per la Joya, ma oggi non è quel giorno. Anche Higuain ha deluso, per prestazione e atteggiamento. Il suo carattere impulsivo, che abbiamo imparato a conoscere bene durante i suoi giorni a Napoli e che la Juventus cerca di tenere a bada, è esploso senza controllo in un gestaccio che ha fatto discutere. Troppo nervosismo per l’argentino, che non è mai entrato in partita e che ora rischia la squalifica per aver mostrato il dito medio alla curva spagnola.
Non si possono trarre conclusioni sul percorso europeo della Juventus dopo una sola partita, è ancora troppo presto per gridare alla disfatta e al ridimensionamento. Il Camp Nou ha conservato ai bianconeri diverse verità: c’è ancora molto da sistemare al centrocampo, bisogna rivedere la capacità di reagire ad un iniziale svantaggio, l’attacco va reso solido e capace di mantenere sempre prestazioni di alto livello, alla difesa non può pensarci solo Buffon, e, infine, il Barcellona è sempre il Barcellona, e ha confermato il suo dominio con una lezione di calcio che la squadra di Allegri dovrà digerire e metabolizzare per tornare più forte di prima.
Alessandra Curcio
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