E’ stato autore del primo acuto della sua nuova vita in bianconero, e domenica scorsa contro l’Atalanta ha fatto intravedere finalmente qualcosa di buono. Ma Federico Bernardeschi è consapevole che l’inizio di stagione alla Juventus è stato più complicato del previsto. Nonostante ciò, il mancino di Carrara non si abbatte, e dal ritiro dell’Italia a Coverciano risponde alle domande di corriere.it dicendo: “Ho giocato poco da agosto ad oggi, ma la cosa non mi preoccupa. Del resto sono nella Juventus, ed un percorso iniziale di apprendimento si rende necessario per tutti, in una squadra che ha vinto gli ultimi sei scudetti oltre a giocare due finali di Champions League dal 2015 ad oggi. Fare panchina non è certo un dramma, le decisioni dell’allenatore vanno accettate con umiltà e serenità. La cosa non mi crea preoccupazioni in vista dei Mondiali, perché ho la stima del ct Ventura ed ogni volta lui dice di credere in me. Dovrò farmi trovare pronto con la Juventus, e so che accadrà. In tal modo non ci saranno problemi”.
Juventus, Bernardeschi non è preoccupato
Bernardeschi è consapevole che avere tutto e subito sarebbe stato molto difficile: “Entrare in sintonia sin dal primo giorno era certamente complicato. Venivo da un’altra realtà, e qui è tutto diverso. Tutti hanno voglia di vincere, anche l’ultimo dei magazzinieri. La mentalità della Juventus non ce l’ha nessuno in Italia, e questa cosa è insita, non si ottiene con gli allenamenti. Ho capito che se qui non dai il massimo tutti gli altri ti scavalcano in un nulla. Io però sono tranquillo e so che devo procedere un passo alla volta. Mister Allegri mi sta aiutando molto e sa che voglio diventare un punto fermo della squadra. Anche Dybala quando approdò in bianconero all’inizio fece un pò di panchine. Ed io non sono né il primo e non sarò l’ultimo caso. Funziona così ed è giusto. Servono sacrificio, volontà e qualità. Ho scelto la Juventus perché mi era sembrato il meglio per la mia carriera, alla Fiorentina sarò grato per sempre, lì sono cresciuto ed è grazie ai viola se ora sono qui. Poi però ognuno prende la propria strada, ed io sono orgoglioso di essere diventato un calciatore della Juventus. Non va bene però ricevere gli insulti degli ex tifosi: mia sorella Olivia è diventata da poco mamma e le hanno augurato la morte della bambina. Questa pochezza umana per fortuna non colpisce me, che sono forte.