Pavel Nedved parla della Juventus esaltandone le ambizioni nella vittoria di un altro scudetto, e lo fa attraverso le colonne del giornale ‘La Repubblica’ in edicola oggi. Il vicepresidente bianconero assisterà quest’oggi in tribuna alla partita contro la Lazio, la squadra che oltre 20 anni fa lo portò in Italia: “Intanto voglio dire che sono legatissimo a Massimiliano Allegri, così come tutto l’ambiente. Ho sentito dire che staremmo cercando proprio Simone Inzaghi per sostituire il nostro mister al quale siamo molto grati per i successi che ci ha fatto conseguire. Se penso al percorso fatto da Simone mi viene da ridere: eravamo compagni di squadra e lui era pigro, avrebbe potuto fare di più da giocatore. Lo stesso vale anche per Allegri. Si vede che crescendo e magari anche avendo dei figli sono cambiati”.
Che Juve è ora? Una squadra sempre forte per Nedved: “Rispetto all’anno scorso non si può dire se siamo migliori o meno, ma la rosa bianconera resta ultracompetitiva, anche senza Bonucci. Infatti tutti gli altri che valevano sono rimasti, a me la squadra piace molto. A leggere certe cose nei paragoni col Napoli, sembra che la Juventus non sappia giocare a calcio. Gli azzurri sono bravi, corrono molto e segnano pure di più, ma il calcio non va limitato allo spettacolo di una triangolazione. Io mi diverto molto pure con Dybala, Douglas Costa, Bernardeschi, e posso nominarne altri. Prima o poi qualcun altro vincerà lo scudetto al posto della Juventus, ma possa quel giorno arrivare il più tardi possibile”.
Juventus, Nedved ti esalta
Nedved ricorda anche la sconfitta di due mesi fa proprio contro la Lazio in Supercoppa Italiana: “In effetti parliamo di una compagine che sa il fatto suo sia in campo che come organizzazione nei suoi quadri dirigenziali. I giocatori sono forti, Tare come ds ha dimostrato di valere, parla poco e lavora molto, proprio come il nostro Paratici. E poi hanno anche Peruzzi, una persona favolosa nata per il calcio. Sono straniero ma ormai vivo in Italia da due decenni, e dico che l’italianità è un fattore di forza in più. La continuità di una famiglia, come accade alla Juventus con gli Agnelli, è un qualcosa di unico.
Sul paragone Dybala-Messi: “Leo non è umano, Paulo comunque può diventare il più forte tra i ‘terrestri’ perché oltre alle doti tecniche ha anche tanta testa. Sa quando sbaglia e sa come fare per correggere gli errori. Mi auguro che possa restare alla Juventus per sempre, ma il caso Neymar ci insegna che tutto è possibile, il mercato è impazzito”.
Var: uun bene o un male? “Ben venga la tecnologia, ma deve essere usata con lo stesso metro di giudizio per tutti. Per ora però ritengo che abbia tolto emotività al calcio, capita che fai gol e devi aspettare per esultare. Non è normale”. Infine sulla squalifica ad Agnelli: “E’ davvero una ingiustizia ed una ferita aperta. E’ stata la Juventus a volere uno stadio per le famiglie. Se qualcuno incensurato mi chiede di comprare i biglietti, io devo vendeglierli per legge”. Poi su Cardiff: “L’abbiamo superata, quella sera eravamo convinti che ce l’avremmo fatta. Ci riproveremo”.