Daniele Rugani è diventato ufficialmente un caso. Contro la Lazio è arrivata l’ennesima esclusione per il giovane difensore di Lucca, con la difesa della Juventus che nel frattempo continua a fare male sin dal precampionato. Da quando sono cominciati gli impegni ufficiali, la porta di Gigi Buffon è stata bucata per 13 volte in 11 circostanze, e Rugani ha trovato comunque non molto spazio, venendo impiegato contro Cagliari, Genoa, Chievo, Sassuolo, Fiorentina. Cinque presenze, giocate però non sempre destando una buona impressione, al pari del collega di reparto, Benatia. Per entrambi continuano ad esserci prove balbettanti in quelle non frequenti occasioni nelle quali Massimiliano Allegri decide di concedere loro una possibilità. nella fattispecie di Rugani si può anche parlare di un passo indietro, dal momento che il periodo di fine 2016 coinciso con diverse partite in cui il giovane era stato mandato in campo non si è praticamente più ripetuto.
La Juventus da lì a poco avrebbe conosciuto una svolta importante a livello tattico e caratteriale grazie soprattutto all’apporto dei suoi giocatori più esperti. C’era anche chi vedeva nella partenza di Leonardo Bonucci una sorta di trampolino di lancio per Rugani, che nell’anno del suo approdo alla Juventus dopo l’ottima prima annata in Serie A vissuta all’Empoli, era stato utilizzato con il contagocce e con l’impressione che Allegri volesse preservarlo evitando di esporlo in maniera eccessiva. Del resto giocare con addosso la maglia della Juventus comporta un carico di responsabilità notevole.
Per Rugani però il momento giusto non è ancora scoccato. E si che a 23 anni il giocatore è da considerarsi giovane ma non più giovanissimo, e con già qualche stagione di importante apprendistato alla Juventus alle spalle. E nemmeno contro lo Sporting Lisbona dovrebbe giocare. In passato era stato cercato da Arsenal e Napoli, che si erano spinte ad offrire anche 30 milioni pur di averne il cartellino. La società bianconera però ha sempre risposto picche, mostrando una chiusura sensibile soprattutto a cedere i propri calciatori in Italia prima che avvenisse la vicenda relativa al passaggio di Bonucci al Milan. Se Allegri non lancia Rugani con la continuità che in molti si aspettavano che il toscano potesse avere già nei mesi scorsi, evidentemente è perché non lo ritiene ancora pronto. Due anni in bianconero non sono ancora bastati, e Rugani continua, a conti fatti, ad essere ancora una riserva. Col senno di poi sarebbe stato meglio cederlo ed ottenere una grossa plusvalenza.
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