In casa Juventus prosegue la festa. La società bianconera ha compiuto ieri 120 anni dalla fondazione nel lontano 1897. Alessandro Del Piero, capitano leggendario, ha ricordato i suoi momenti a Torino nel corso di uno speciale andato in onda su “Sky Sport”: “La mia prima notte a Torino la passai ad occhi aperti, a prescindere dal fatto che ero tifoso della Juventus. Per me era un momento di euforia totale, dormii pochissimo. Poi cominciai a prendere coscienza della realtà in cui mi trovavo. Il primo impatto fu molto difficile per me ma i compagni mi aiutarono molto. Lì ho trovato un ambiente, inteso come compagni, squadra e società, davvero ottimo. Il primo contratto firmato con Boniperti? Quando ero stato invitato da lui a vedere la Juventus ad Udine mi disse ‘Tagliati i capelli’. Io già li avevo tagliati.
“Con il mio procuratore facemmo uno schema su cosa dire quando lo avremmo incontrato ma entrando nell’ufficio di Boniperti fu lui a parlare per 5 minuti, di tutt’altro. Poi fece: ‘Questo è il contratto, firma’. Ci prendemmo 5 minuti fuori per confrontarci e ci dicemmo: ‘Mi sembra un’offerta buona…’. La prima volta che ho incontrato l’Avvocato? A Villar Perosa in ritiro con la squadra, era un momento molto infelice. Lui si presentò durante l’allenamento con un fogliettino rosa, era un pezzo della Gazzetta, e disse: ‘Secondo me siete meglio di quello che c’è scritto qua’. E poi se ne andò. Chiacchierò con alcuni di noi, non con me. Ma il giorno dopo, quando in partita feci 3 gol, chiamò anche me”.
120 anni di Juventus, parla Del Piero
Del Piero ha poi parlato della lotta scudetto di quest’anno tra Juventus e Napoli ricordando anche alcuni suoi momenti contro gli azzurri: “Il Napoli è migliore rispetto a quello dell’anno scorso. È giusto che si guardi il bicchiere mezzo pieno dopo la partita contro il Manchester City, perché io vedo che il processo di crescita dei partenopei è continuo. Per gli avversari il San Paolo è molto difficile da affrontare, la pressione la senti ogni volta che tocchi palla. È un impianto però che ad oggi dovrebbe essere migliorato e cambiato. Questo darebbe un impatto superiore. Non è solo avere la gente vicino che ti dà una carica fuori dal normale, è il senso di appartenenza nei confronti di quello che rappresenti. Nel mio secondo anno alla Juve passai molto tempo a Napoli, perché facevo il militare. L’ho vissuta, ho conosciuti persone. Ho fatto la Serie B insieme al Napoli con la Juventus. È una realtà molto lontana da come sono io, ma ne sono attratto per come lì è vissuto in maniera passionale il calcio. È sempre stato bello, intrigante e un po’ da spavento entrare al San Paolo. In più, ho giocato con il Napoli l’ultima partita con la Juventus”.