Ventura: “Chiedo scusa agli italiani. Non mi sono ancora dimesso, parlerò con la Federazione”

Giampiero Ventura
Giampiero Ventura © Getty Images

Dopo Gianluigi Buffon, a concedersi alle telecamere della ‘Rai’ sono stati in successione Federico Bernardeschi, Andrea Barzagli e Giorgio Chiellini, giocatori della Juventus. E’ stato poi il turno del commissario tecnico Gian Piero Ventura parlare in conferenza stampa del pareggio interno dell’Italia contro la Svezia che ha determinato il mancato approdo della Nazionale ai Mondiali: “Non mi sono dimesso perché non ho ancora parlato con il presidente. Quando ottiene un risultato, meritato o immeritato conta poco, quando non lo fa la colpa è dell’allenatore. Dal punto di vista sportivo è pesantissimo, ero convinto che ci fosse una volontà feroce, ma il calcio è fatto di questo. Sono orgoglioso di aver allenato grandi campioni e altri che spero possano diventarlo. Io credo che la gara di stasera sia difficile parlare di calcio. Ha confermato il contrario, ci sarebbe molto da disquisire. L’unica cosa che posso fare è chiedere scusa agli italiani. Chiedo scusa. Assolutamente sì, scusa del risultato, non dell’impegno e della volontà”.

Italia-Svezia, il ct Ventura parla delle possibili dimissioni

Questo il pensiero del commissario tecnico azzurro alla domanda riguardante le sue possibili dimissioni per non aver raggiunto il Mondiale: “Questo è un argomento che potrà essere trattato, ma non dipende da me. Ma non ho uno stato d’animo per affrontare. Ci vedremo, dirò tutto quello che ho passato e penso. Sulle dimissioni prima ne parlo e poi lo comunico, qualsiasi essa sia. La mia colpa maggiore, fino alla partita con la Svezia eravamo in piena… era quello che ci aspettavamo tutti. La colpa è di non aver segnato in due partite. Sono nel calcio da tanti anni, questa è la cosa prominente. Qualsiasi altra parola è abbastanza inutile. I toni saranno quelli di sempre, c’è un rapporto… sia con Tavecchio che con gli altri. Il fatto che De Rossi, Buffon e company… lo sapevamo. La posta in palio era il Mondiale, il loro Mondiale, ma anche quello di tutti gli altri. Se posso anche il mio, a essere sincero”.

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