L’ex attaccante della Juventus, Simone Zaza, ha parlato a Tuttosport prima della sfida con il Barcellona, a cui arriva da secondo in Liga. In Spagna infatti l’ex numero 7 di Massimiliano Allegri ha ritrovato la sua dimensione, segnando con una certa regolarità tanto da essere al secondo posto nella classifica marcatori della Liga, alle spalle del solo Messi: “Sono grato al Valencia, l’unico club ad aver avuto fiducia in me quando stavo attraversando una brutta situazione. Mi hanno dato un’opportunità e spero di poter ricambiare. Sono migliorato tanto, soprattutto a livello mentale. Merito della squadra che mi sta aiutando, ma anche della città e dei tifosi che mi hanno accolto come uno di loro. Non mi piace dare i numeri. A questo punto, però, spero proprio di superare i 15 gol, ma soprattutto continuare a godere del calcio dopo il brutto anno che ho passato”.
Juventus, Zaza su Allegri
Zaza parla quindi anche della sua esperienza alla Juventus: “Nostalgia di casa? Sinceramente no, seguo la Serie A e un giorno mi piacerebbe tornarci ma per il momento sto bene qui. Giocare nella Juventus è stata una bellissima esperienza, non rinnego nulla. Allegri è sempre stato chiaro con me, c’erano tanti altri campioni in rosa e io potrò sempre dire di aver fatto parte di una grandissima squadra. ” Sul rapporto con gli allenatori: “Il primo a farmi sentire giocatore di Serie A è stato Di Francesco. Mi ha insegnato tanto sia a livello di calcio giocato che mano. E poi mi sono trovato benissimo con Conte, secondo me, se non il migliore, uno dei migliori al mondo. E adesso anche con Marcelino”.
Infine sulla delusione Mondiale: “In questo momento, penso alla delusione di un’intera nazione, del mio Paese, per quello che è successo. Poi, ovviamente a livello personale c’è l’amarezza per l’Europeo anche se oramai è alle spalle. Ho subito troppo, per colpe non solo mie, a causa di quell’episodio e non permetto più a nessuno di farmi passare come il capro espiatorio. Cosa penso da tifoso? Innanzitutto, spero che la Nazionale possa sistemare subito i propri problemi e possa rialzarsi in fretta per rispetto dei tifosi. Ma non solo per loro, anche per noi. Perché se è vero che gioco a calcio da quando avevo 13 anni è altrettanto vero che le altre partite al bar le guardavo anche io. Ho sempre festeggiato i trionfi e sofferto per le sconfitte. Prima di essere un calciatore sono un tifoso della Nazionale come tutti gli altri”.