Zlatan Ibrahimovic, uno degli indiscutibili talenti del calcio mondiale, si commuove ripensando ai suoi due anni in bianconero (dal 2004 al 2006): «Arrivo alla Juventus e negli spogliatoi vedo Del Piero, Trezeguet, Cannavaro era al mio fianco, Nedved, Thuram… c’erano tutti – ha raccontato nei giorni scorsi lo svedese in un’intervista a ‘I Signori del calcio’ in onda su Sky -. Era come giocare a Fifa che tu metti una squadra insieme, il tuo ‘Dream Team, però adesso c’ero io nel ‘Dream Team’. Il secondo anno poi arriva Patrick Vieira, mi ricordo bene la squadra. Prima delle partite nel tunnel guardavo la squadra: il primo era capitan Del Piero, se non c’era lui Buffon o Nedved, poi Trezeguet, Thuram, Patrick Vieira, Cannavaro, Camoranesi, Emerson. Tutti questi poi io per ultimo, perché io esco sempre per ultimo: non si sa perché ma è così. Poi al nostro fianco c’era l’altra squadra e già lì notavo che non avevano paura ma rispetto, come se dicessero questa è persa. Già li eravamo praticamente avanti 1-0, perché era così potente questa squadra, con questi calciatori che c’erano e quell’allenatore (Fabio Capello). Questa è la differenza tra le grandi squadre e le altre, che sentono di aver già perso prima di giocare perché hanno troppo rispetto dell’altra squadra».
Ibrahimovic elogia la società bianconera e la mentalità della Juventus
Le parole di profonda stima ed affetto per il club bianconero di Ibrahimovic sembrano fare eco a quelle di qualche giorno fa del suo ex compagno Vieira. Lo svedese è certo di aver fatto parte di una squadra imbattibile: «Per quanto mi riguarda ho sempre avuto una mentalità che mi portava a lavorare sodo, ma alla Juventus questo non basta: lì bisogna vincere. Questa è la mentalità e in questo grande club ogni cosa si fa in un grande modo. Quella Juventus in cui ho giocato era la più forte di tutte».
Alessandra Curcio