Napoli. Juventus. E poi tutte le altre. A separare le due squadre di testa dal resto della classifica di Serie A è letteralmente una “voragine” di punti. Tra azzurri e bianconeri una sola lunghezza di distanza: minima, effimera, che ad ogni nuovo turno rischia di essere annullata, di essere ribaltata. La lotta scudetto è diventata un duello, una sfida a distanza tra due avversarie che sono state capaci di seminare il vuoto alle loro spalle. Tra la Juventus, seconda in classifica, e l’Inter al terzo posto, ci sono 12 punti di distacco, 4 vittorie di differenza. Poi scendendo compaiono tutte le altre, big e meno big, a distanze più o meno ravvicinate. L’elenco fa un altro saltino più sostanzioso tra 5 e 6 posto, tra Roma e Sampdoria. Un salto di 9 punti, poi ritorna l’equilibrio. Il Napoli vince, la Juventus pure. Il Napoli resiste, la Juventus non molla. Tutte le altre si incanalano in religioso silenzio dietro il duo al comando. L’Inter ha staccato la spina e perde ghiotte occasioni per ritornare in corsa per il titolo di campione d’Italia. La Roma appare e scompare ad intermittenza, come su un’altalena impazzita. La Lazio marcia ora con buon ritmo, ma ha cominciato a farlo troppo tardi. Il Milan è lontano, tanto, troppo.
Juventus e Napoli: l’abbondanza che confonde contro le esigue certezze
Da una parte il Napoli con i suoi punti fermi, con le sue pedine fisse, immutabili, capaci di un gioco straordinario, ma limitate nel numero. Le possibilità a disposizione di Sarri scarseggiano, l’allenatore toscano fa il massimo con quello che ha, come un’illusionista che tira fuori tre carte dal cilindro in cui ne aveva lasciate cadere solo due. Ma il trucco non riesce sempre e l’arte dell’arrangiarsi può tramutarsi sia in miracolo che in tremenda disfatta. A dircelo sarà questa seconda parte di stagione che comincia dopo la sosta. Dall’altra parte la Juventus, con una vasta gamma di scelte. Dalla rosa bianconera escono fuori una, due, tre squadre, tutte all’altezza di questo campionato. Come un artista mai completamente soddisfatto della sua opera, Allegri smonta e rimonta questa squadra, cambiando schieramenti, ruoli, protagonisti. Pochi punti fermi, quasi nessuno è indispensabile in questo gruppo senza collante, in cui a prevalere sono le singole gesta, le individualità. Ne risente l’equilibrio del gioco, più vincente che convincente. E quando non arriva il guizzo del campione, i tre punti si conquistano a fatica.
Due squadre, due atteggiamenti diversi, due assortimenti differenti. Un obiettivo, lo stesso: lo scudetto. E duello sia.
Alessandra Curcio