La Juventus vince nel posticipo serale del lunedì contro il Genoa. Ai bianconeri basta una rete di Douglas Costa per avere la meglio sui rossoblu e riportarsi a -1 dal Napoli capolista.
Juventus-Genoa, le pagelle del match
Szczesny 6 – Ormai un titolare fisso della Juventus. Il polacco non viene mai impegnato dal Genoa. Spettatore non pagante e neanche giocante.
Lichtsteiner 6 – In campo a sorpresa al posto di De Sciglio. Lo svizzero gioca una partita ordinata rendendosi pericoloso anche in fase offensiva. Dall’82’ s.t. Barzagli s.v.
Benatia 6 – Solido e preciso negli interventi. Il marocchino disinnesta con facilità gli attaccanti del Genoa.
Chiellini 6 – In coppia con Benatia forma un bunker impenetrabile. Rischia qualcosa giocando con i piedi palloni che potevano essere spazzati senza troppi fronzoli.
Alex Sandro 6 – Non devasta la fascia mancina come un tempo, ma pian piano sta recuperando la forma fisica. Dal 75′ s.t. Asamoah s.v.
Matuidi 6.5 – Dinamicità allo stato puro. Il francese è sempre più un perno del centrocampo bianconero.
Pjanic 6.5 – Quando la palla è tra i suoi piedi, tifosi e compagni sono tranquilli. Cultore di bellezza con le sue giocate di prima e con le sue punizioni che creano sempre problemi.
Khedira 6 – Impreciso nelle giocate in diverse occasioni. Riesce comunque ad essere importante in tante situazioni in uscita. Dal 70′ s.t. Sturaro 6 – L’ex rossoblu entra e dà tanta sostanza al centrocampo della Juventus.
Douglas Costa 7.5 – Come un falco che si avventa rapace sulla preda, il brasiliano si butta sul pallone servitogli da Manduzkic in area di rigore.
Mandzukic 7 – Assist da esterno navigato quello che il croato serve a Douglas Costa per il gol che porta in vantaggio la Juventus. Il solito immenso sacrificio a coprire su tutta la fascia mancina.
Higuain 5.5 – Con il CT dell’Argentina Sampaoli in tribuna, il Pipita non riesce a trovare il gol e a mettersi in luce agli occhi del commissario tecnico. Sempre utile in fase di costruzione, si intestardisce a volte in azioni solitarie.
a cura di Emanuele Catone (Twitter @CatoneEmanuele)