Le big vendono, Marotta compra per oggi e per domani: Juve, l’Italia ti sta stretta

Edin Dzeko ©Getty Images

Edin Dzeko è sempre più vicino a diventare un calciatore del Chelsea. L’attaccante bosniaco, insieme con Emerson Palmieri, stanno per prendere un aereo per l’Inghilterra che certificherà ciò che già era ampiamente nell’aria: la Roma alza le mani e rinuncia alla corsa-scudetto, ma visti i problemi economici c’è il rischio di doverci rinunciare ancora per qualche anno. Pessime notizie per la squadra che lo scorso anno si era piazzata seconda alle spalle della Juventus, arrivando anche a contendere il titolo ai bianconeri per una buona fetta di stagione. E le cessioni probabilmente non si fermeranno certo a gennaio: una delle voci più insistenti vogliono in partenza la prossima estate il giovane Lorenzo Pellegrini, classe ’96, nel mirino proprio della Juve. Clausola rescissoria di 25 milioni, 3 e mezzo di ingaggio: una di quelle mosse che rinforzano i bianconeri e indeboliscono le rivali. Giusto per scavare ulteriormente il divario.

Mauro Icardi
Mauro Icardi ©Getty Images

Juventus, Marotta compra e le altre vendono: cresce il divario con le altre big?

Ma non finisce qui, non c’è solo la Roma. Basti pensare all’Inter, squadra che sembrava fra le principali candidate al primo posto con la Juventus e a gennaio finora è riuscita a prendere il solo Rafinha, peraltro a condizioni non proprio vantaggiosissime. Ma i problemi, come dicevamo, potrebbero presentarsi a giugno: Icardi è il principale candidato ad andar via, con 110 milioni che serviranno principalmente per ripianare la situazione debitoria dei nerazzurri. Non se la passano meglio i cugini rossoneri. Le spese pazze del Milan nell’ultima estate lasceranno dei solchi terrificanti nel bilancio rossonero, che puntava tutto sulla qualificazione Champions. Traguardo che ormai sembra irraggiungibile e che quindi in estate porterà a partenze eccellenti, da Donnarumma a Suso fino a Bonucci, pietra dello scandalo quest’estate e rivelatosi poi solo un costosissimo flop. Chi resta? Ovviamente il Napoli, insieme alla Juve la società più solida fra le big italiane. Campionato straordinario per i ragazzi di Sarri, che hanno puntato tutto su quel famoso “patto scudetto” che peraltro sta dando anche i frutti sperati. Ma la tenuta del progetto da qui all’estate è tutta da verificare. Se Sarri dovesse andar via lascerebbero anche alcuni suoi fidi scudieri, e in realtà alcuni di loro sono già sul piede di partenza. Ghoulam e Mertens saranno probabilmente le prime cessioni dolorose che costringeranno il Napoli a rivoluzionare il proprio progetto, cessioni inevitabili che probabilmente saranno colmate con qualche giovane promettente bisognoso di un po’ di assestamento.

Fabio Paratici
Fabio Paratici, insieme a Nedved e Agnelli (Getty Images)

Calciomercato Juventus, cresce il divario con le italiane. In Europa però si rischia di perdere terreno

E la Juve? Intanto la Juve compra, non sembra avere alcuna intenzione di svendere i suoi big e sta già per chiudere alcuni colpi immediati (Emre Can, Pellegrini, un terzino e un attaccante sono quasi certi per giugno). Poi ci sono i colpacci del futuro, da Barella a Caldara passando per Han, Pellegri e tutti i millennials utili per impostare una strategia che guardi anche al futuro. Insomma, la sensazione è che in Italia il dominio bianconero sia destinato a durare ancora a lungo e se anche dovesse esserci una battuta d’arresto quest’anno (ma il Napoli dovrà fare davvero un’impresa) i prossimi anni vedranno gli uomini vestiti di bianconero sempre in pole position, sempre in procinto di staccare tutti. In Europa però la musica è diversa: la prossima estate, oltre al Mondiale, vedrà un movimento di soldi e uomini che potrebbe essere addirittura più corposo dell’estate scorsa. Basti pensare a Ronaldo, Bale, Neymar, Kane e tutti gli altri top player che potrebbero cambiare maglia da giugno a settembre. Consolidarsi in Italia è un’ottima mossa, ora però bisogna iniziare anche a pensare al prossimo step. Altrimenti il rischio è quello di entrare in una sorta di “limbo” in stile PSG, troppo forte per la Francia ma mai abbastanza competitivo per l’Europa.

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