Zidane, Suarez, Totti, Inzaghi, Recoba e tanti altri. Tanti campioni che si sono visti sbattere in faccia la porta da un fenomeno di nome Gianluigi Buffon, ma che non riservano rancore ma solo ammirazione, nel giorno del suo 40esimo compleanno, per un uomo che ha fatto e continuerà a fare la storia del calcio. Il numero 1 della Juventus, ma che è anche il numero 1 del mondo intero, raggiunge oggi 40 primavere. Un’età che le persone normali vivono sul divano di casa a contare gioie e dolori di una vita, mentre “SuperGigi” la vive con calzettoni, pantaloncini e guantoni preparandosi all’ennesima battaglia della sua carriera.
40 anni vissuti a difendere la sua porta come se fosse una sua figlia, una mamma o una moglie: in poche parole, come se fosse qualcosa per cui vale la pena sacrificare tutto se stesso. E quella stessa porta ha accolto lui, come un figlio che ha bisogno di una casa per diventare grande. Buffon è andato oltre la grandezza, raggiungendo la santità anche un po’ profana nel mondo del pallone, e quella “mamma porta” che lo ha preso tra le sue braccia gli sta dicendo di andare via, di smetterla di difenderla e di pensare oltre. Gigi vorrebbe dire addio, lo ha annunciato, ma al contempo vorrebbe proseguire nella sua immensa storia senza dar conto ad un etichetta sulle sue ossa che reclama una data di scadenza ormai prossima.
Gigi ha paura, come ne abbiamo noi tutti che abbiamo messo nelle sue mani la nostra passione. Siamo spaventati perché, così come con Dio, anche con il portierone, quando una palla arriva pericolosa dalle sue parti, pensiamo: “Tranquilli, tanto c’è Buffon che vede e provvede”. E temiamo che senza di lui tutto sarà più difficile.
Gigi sente il suo corpo scricchiolare sotto i colpi degli anni, ma la sua classe dirompente e mai pesante funziona da anticorpo contro il passare del tempo.
Hai segnato un’era di ragazzini che adesso, grazie a te, difendono i pali delle migliori squadre del globo; segnerai i secoli avvenire, perché ciò che hai fatto e ciò che sei stato sarà scolpito nell’immaginario universale. Buffon, Buffon, Buffon, Buffon: a sentire il tuo nome chiunque ricorderà un tuo intervento, un tuo sorriso e anche un tuo errore. Perché tu sei storia.
Tanti auguri, Gigi. Il mondo ai tuoi piedi, il calcio nei tuoi guantoni.
a cura di Emanuele Catone (Twitter @CatoneEmanuele)
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