Cosa pensate di Mark Zuckerberg? Se il deus ex machina di Facebook non vi sta simpaticissimo potrebbe divertirvi parecchio vederlo così. Wired USA ce lo presenta in maniera un po’ particolare e cioè “pestato”. Uno Zuckerberg gonfiato di botte nella copertina di marzo del popolare magazine dedicato alla tecnologia: un’immagine un po’ scioccante, ma ovviamente photoshoppata. Mark “le ha prese”, e ne ha prese pure tante. Un modo ironico per sottolineare il lento declino di Facebook, che negli ultimi due anni ne sta passando davvero di tutti i colori. Sia l’opinione pubblica che l’autorità, infatti, hanno preso spesso di mira FB per svariati motivi. Fake news, disinformazione e anzi addirittura manipolazione dell’informazione. L’accusa è arrivata lo scorso anno da Gizmodo, che ha accusato apertamente Facebook di manipolare l’opinione pubblica, principalmente sulle notizie di stampo conservatore. Un’accusa respinta da Zuckerberg, che ha ribadito che il servizio social in primo luogo deve portare benefici alla comunità. Ma è solo una delle tante bufere in cui è rimasto coinvolto “the social network”, che negli ultimi anni sta attraversando un lento ma inesorabile declino.
Facebook e il suo declino: Zuckerberg “pestato” da Wired USA
Il declino, dicevamo. In realtà ciò che sta succedendo è in primo luogo che Facebook è sempre meno “giovane” e di certo il futuro non sembra certo essere suo. Una ricerca portata avanti da eMarketer, infatti, sempre più ragazzi under 24 si stanno allontanando dal social di Zuckerberg: 2 milioni di loro potrebbero lasciarlo nel 2018, mentre nel 2017 sono stati ben 2,8 milioni. Dato ancora più grave fra i teenager: più della metà dei ragazzi fra i 12 e i 17 anni, infatti, non accedono a Facebook più di una volta al mese. E neppure Instagram se la passa meglio: il social più gettonato fra i ragazzini è infatti Snapchat, che al contrario di Instagram non è di proprietà di Zuckerberg. E attenzione a Google, che con le sue Amp Stories sta per irrompere nuovamente sul mercato dei social network, dopo il flop di Google+. E Zuckerberg? Zuckerberg intanto incassa e rilancia proprio sulle fake news, la prima pietra dello scandalo. Strategie non sempre chiare che hanno creato più di un problema agli imprenditori che un tempo investivano corposamente sul SMM facebookiano, mentre ora stanno trovando non poche difficoltà con l’engagement. Il rischio, sempre più concreto, è che le politiche sempre un po’ aggressive di Facebook sul social media marketing si rivelino alla fine un pericoloso boomerang, dando il colpo del ko a Zuckerberg.