Il vecchio adagio che a scuola veniva e viene a tutt’oggi ripetuto a tutti, “è bravo ma può fare di più” non è mai stato più di attualità nel caso di Paulo Dybala. Spiace dirlo, ma l’argentino è l’emblema della debacle di Juve-Real Madrid, che sembra già essere costata ai bianconeri la corsa alle semifinali di Champions League. La Joya non si è rivelata tale e fa rabbia per come è riuscito a farsi cacciare anzitempo dal campo.
Quanto fatto, specialmente dopo un assurdo tentativo di simulazione che gli è valso il primo dei suoi due cartellini gialli, denota che c’è ancora molto lavoro da fare per quanto riguarda l’aspetto caratteriale. E non è la prima volta che Dybala mostra le sue intemperanze. Su tutte resta il ‘vaffa’ rifilato ad ottobre in Udinese-Juventus, nonostante una vittoria per 6-2. Lì l’ex Palermo venne sostituito senza essere andato in gol, e si trovava all’inizio di una crisi durata fino a dicembre.
Dal rigore fallito con l’Atalanta ad inizio ottobre, diverse erano state le gare contraddistinte dal digiuno di gol in tutte le competizioni, eccettuando qualche sporadica eccezione. Poi aveva fatto seguito l’infortunio di seria entità capitato a Cagliari, e dal rientro le cose erano migliorate con i gol pesanti a Lazio e Tottenham. Adesso però il ragazzo è sprofondato di nuovo in un episodio che ne mette a nudo le difficoltà a compiere il tanto atteso e definitivo salto di qualità. In tanti fra compagni di squadra ed addetti ai lavori consigliano sempre Dybala di restare coi piedi per terra allo scopo di poter affermarsi tra i big del calcio mondiale. Cosa che spesso viene disattesa. Il fatto di indossare la maglia numero 10 della Juventus dovrebbe già bastare a caricare chi la porta di grosse responsabilità. Ed a non commettere leggerezze.
C’è da scommettere che Allegri e la stessa Juventus sapranno gestire il giocatore nel migliore dei modi, cosa già avvenuta brillantemente in passato. Ma per Dybala è giunto una volta per tutte il momento di capire che non deve e non può limitarsi a fare gol alle medio-piccole del calcio italiano ed a qualche grande. C’è bisogno che si rimbocchi le maniche e che faccia vedere di essere diventato un uomo. Nell’anno che porta ai Mondiali, distanti ormai solo due mesi, ed alla luce della recente esclusione dai convocati dell’Argentina, la sciocchezza compiuta contro il Real rischia di costare carissimo allo juventino. Ma magari tutto ciò servirà a fargli capire finalmente che strada intraprendere.
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