Inter-Juve, dopo la sconfitta allo Stadium con il Napoli staccato di un solo punto, i bianconeri soffrono e poi risorgono a San Siro.
Prima Simy, poi Koulibaly, poi ancora Icardi. In queste ultime settimane la Juventus ha incassato un colpo dopo l’altro. Assente, destabilizzata, intontita, incredula. La squadra bianconera è stata messa all’angolo. A firmare il colpo di grazia proprio un bianconero, Andrea Barzagli. L’implacabile ed inattesa autorete sembra far cadere il sipario su una stagione deludente, per giocatori e tifosi. Qualcuno, però, si aggrappa alla tenda, la strappa, riapre la scena. Dall’uomo dell’ultimo minuto all’uomo da novanta milioni: in 120 secondi si consuma la rimonta della Juventus, con Cuadrado e Higuain che aiutano la Vecchia Signora a rialzarsi. No, non è ancora finita.
La storia del calcio italiano ha consegnato alla memoria diversi epici Inter-Juventus. Il 2-3 visto a San Siro ieri è sicuramente destinato alla leggenda. Dopo il K.O. con il Napoli e con un vantaggio da capolista ridotto a +1, la squadra di Allegri parte aggressiva a Milano. Va subito in vantaggio con Douglas Costa, che si conferma migliore in campo secondo le nostre pagelle di Inter-Juve. Poi il buio in difesa. Due enormi disattenzioni della retroguardia bianconera permettono ai nerazzurri non solo di pareggiare, ma addirittura di passare in vantaggio. Oltre le sterili polemiche sugli errori arbitrali che puntualmente seguono ogni Derby d’Italia, questo match ci consegna delle innegabili verità. L’Inter è una squadra con molto più potenziale di quanto Spalletti riesca a tirare fuori. Del resto nessuna big aveva vinto a San Siro prima di ieri.
Nonostante l’inferiorità numerica, i nerazzurri hanno costruito, sfruttato le debolezze di una Juventus troppo concentrata nella protezione dell’iniziale vantaggio. L’Inter ha padroneggiato la partita davanti ai propri tifosi, mettendo in difficoltà i bianconeri, incapaci spesso di portare a termine un’azione offensiva degna di nota. Il guizzo di Cuadrado sancisce un equilibrio rimesso in piedi dai ragazzi di Allegri nel finale. Ma a fare la differenza, ancora una volta, sono le gesta dei singoli. Higuain coglie l’attimo fuggente, l’ultima occasione, la palla inaspettata. E non sbaglia. Fortuna? Azione da campione? Forse entrambe. Di fatto c’è che il campo restituisce un risultato. Quella rete finale tiene aperta la lotta scudetto. Quella rete finale lancia un chiaro segnale ai tifosi bianconeri: “Siamo ancora qua. Siamo ancora vivi”.
Alessandra Curcio
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