Dopo Inter-Juve e la fantastica presa di San Siro maturata negli ultimi tre minuti finali con due gol, i bianconeri scappano di nuovo in classifica. Il vantaggio sul Napoli è tornato ad essere di 4 punti, con gli azzurri che scenderanno in campo quest’oggi alle 18:00 in casa della Fiorentina. E sarà un impegno probante per gli uomini di Sarri, che giocheranno contro una loro rivale storica, su di un campo ostile.
I viola negli ultimi incontri – fa eccezione il ko per 4-1 del 20 maggio 2017 – sono sempre riusciti a mettere in difficoltà il Napoli, come attestano il 3-3 del dicembre 2016 e lo 0-0 del girone di andata. La Juventus comunque continua a pensare soltanto a se stessa e, battendo d’autorità l’Inter, ha fatto si che il ko proprio col Napoli di sette giorni fa risulti al momento ininfluente. Anzi, se i campani dovessero mancare l’appuntamento con i 3 punti, anche la trasferta in casa della Roma potrebbe tramutarsi in nient’altro che una formalità.
Inter-Juve, sconfitta col Napoli quasi ininfluente
Anche con un pareggio in Fiorentina-Napoli, ci sarebbe comunque un rassicurante margine di 3 punti da gestire in altrettante giornate che restano fino alla fine del campionato. E la Juventus si dovrà misurare con un Bologna ormai salvo oltre che con il Verona, che potrebbe ritrovarsi già retrocesso all’ultimo turno ma che comunque non è certo dato come favorito nel match dell’Allianz Stadium. La Juve ha dalla sua anche il vantaggio della differenza reti col Napoli: quindi in realtà i 4 punti di vantaggio attuali ammontano virtualmente a 5.
Gli uomini di Allegri avranno pur finito da tempo la benzina, ma a livello mentale riescono sempre a trovare quelle due o tre giocare, a volte anche una, necessarie per domare gli avversari e vincere la partita. E ieri l’allenatore è stato molto bravo nel crederci e nel ribadire tale concetto nelle interviste post-partita, quando ha parlato di “sensazioni positive“. Nel finale ad un certo punto i bianconeri si erano ritrovati in campo con Higuain supportato dai vari Dybala, Bernardeschi, Douglas Costa e Cuadrado. A testimonianza del fatto che la squadra credeva nell’impresa.