A chi l’accusava di scarsa fame, la Juventus risponde con un sonoro poker rifilato al Milan nella finale di Coppa Italia. Allegri conferma la continua voglia di vincere dei suoi ragazzi.
La Juventus entra nella leggenda, conquistando la quarta Coppa Italia consecutiva, la tredicesima nella storia bianconera. Mai nessuna squadra, in nessun paese del mondo, ha fatto registrare un risultato migliore. Quattro volte sul tetto d’Italia, come quattro sono le reti che il Milan ha incassato, quasi immobile, incapace di reagire davanti ad una Juventus che non smette di avere fame, che vince e ne vuole ancora. Questa volontà mai sopita è evidente negli occhi e nelle parole di un uomo-simbolo di questo successo: Massimiliano Allegri. Sul 4-0 per i suoi l’allenatore toscano continuava ad imporre una concentrazione altissima ai bianconeri ed esprimeva disappunto per ogni piccolo errore. Non si lascia niente, nemmeno con il risultato in cassaforte.
Al fischio finale, sono proprio quei ragazzi a portarlo in trionfo. Allegri viene sollevato come un trofeo, con la consapevolezza che molta della strada percorsa si deve a lui. Poi le interviste, le critiche, il battibecco con Sconcerti che ipotizza un ciclo finito per la Juventus, un dominio destinato ad essere sconfitto. Allegri risponde con rabbia, la rabbia di chi è stanco delle polemiche sulla mancanza di gioco, del sogno Champions accarezzato e svanito. Ha ancora stimoli in tasca, ancora successi da dispensare e la risposta data all’opinionista lascia presagire che abbia ancora voglia di guidare la Juventus del futuro.
Due finali fallite bruciano nelle parole di Mister Allegri, ma sono anche la motivazione più forte per continuare a lottare. Il tecnico bianconero non è un uomo che vince fortunosamente, è uno che studia l’avversario, che prepara la partita. Sa anche, però, come ha dichiarato ieri, che il calcio non è poi una cosa così complicata e che in ogni momento di un match anche il minimo fattore casuale può cambiare il risultato. La sua risposta alle critiche di una “Juventus incrinata”, di una Juventus appagata che deve cambiare allenatore e metà della rosa, è una risposta netta: “C’è ancora da vincere la Champions”. Allegri sembra aver deciso: prima di andarsene vuole portare la Juventus più in alto di tutti, in cima all’Europa.
Alessandra Curcio
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