Caro Claudio Marchisio, resterai sempre uno di noi…
Come si può scrivere una lettera a chi ha anteposto la sua felicità a quella della maglia bianconera? Difficile trovare le parole giuste per il tifoso della Juventus di fronte a un momento come quello dell’addio di Claudio Marchisio che forse ancor più di altri grandi del passato ha dimostrato attaccamento alla maglia bianconera. Un addio silenzioso e senza polemiche, ma con la comprensione che il bene della squadra va messo davanti a tutti cosa che, dispiace dirlo, non fece nemmeno Alessandro Del Piero.
Resterai sempre uno di noi
Claudio Marchisio ha dato davvero tutto per la Juventus, frenato nel suo momento migliore da un infortunio bastardo e senza pietà che si dice abbia condizionato i due ultimi anni in campo con Max Allegri che ha iniziato a considerarlo sempre di meno fino all’inevitabile retrocessione a riserva in una squadra di fenomeni. La lettera del Principino è un chiaro segnale da mandare a tutto il calcio giocato e cioè che la squadra viene prima di tutto anche degli interessi personali.
Parole da tifoso vero che non si mette a fare polemica, cosa che capitò invece con Del Piero, per l’addio a una Juventus che probabilmente in questo momento non aveva più bisogno di lui. Una decisione arrivata poi nell’ultimo giorno di calciomercato con i tifosi bianconeri che non dimenticheranno mai quello che rimarrà per sempre il loro numero 8.
Un ringraziamento personale
Un ringraziamento personale però Claudio devo fartelo io in prima persona, perché sei riuscito a non sprecare un sogno che la maggior parte di chi leggerà questa mia dedica ha fin da bambino: vestire la maglia della Juventus. Tu l’hai fatto con eleganza, ma soprattutto con personalità e intelligenza. Sei stato uno dei centrocampisti più forti del mondo, eppure non ti sei mai montato la testa anzi hai sempre dimostrato di essere in grado di gestire i dolori in maniera umile e privata senza mai alzare la voce se non nello spogliatoio.
A te poi mi lega uno dei ricordi più belli della mia vita e cioè quel videomessaggio che mi mandasti quando nel 2015 ero ricoverato in ospedale. “La Juventus ti sta vicino Matteo“, questo furono le tue parole che mi portarono a piangere e non me ne vergogno a raccontarlo. Quelle parole sono il simbolo di ciò che è la Juventus, perché lei c’è, c’è sempre, anche se da oggi non porterai più la sua maglia sulle spalle.
Matteo Fantozzi