Paolo Montero, Juventus: auguri di buon compleanno al Guerriero bianconero! Il difensore uruguaiano è stato un simbolo della squadra bianconera e non solo per le sue prestazioni, ma soprattutto per un grandissimo carisma e la voglia di essere a disposizione dei suoi compagni di squadra.
Il calciatore fu acquistato da Luciano Moggi nell’estate del 1996 a parametro zero, collezionando in bianconero 277 presenze condite anche da 6 reti. Difensore centrale di grande fisicità è spesso passato in evidenza per il record negativo di cartellini rossi. Non era solo questo però il Guerriero bianconero, protagonista assoluto della Juventus di Marcello Lippi.
Paolo Montero, Juventus: auguri di buon compleanno al Guerriero bianconero!
In molti dimenticano che in una grandissima Juventus il difensore uruguaiano era quello con i piedi maggiormente educati dietro. Spesso la Juventus partiva dal suo sinistro in fase di impostazione, in una situazione molto simile a quella vista ai tempi nostri con Leonardo Bonucci. Paolo aveva infatti grandissima visione di gioco ed era bravissimo a lanciare il pallone in profondità per gli stop di classe di Zidane e Del Piero.
Cresciuto nelle giovanili del Penarol ha esordito con i gialloneri tra i professionisti nel 1990. In Italia era stata l’Atalanta a portarlo nel 1992 e con la Dea ha collezionato tra Serie A e B ben 114 presenze. Dopo la fine della sua avventura alla Juve ha giocato un anno al San Lorenzo e poi è tornato al Penarol del quale sette anni dopo il suo ritiro è diventato allenatore. In Nazionale ha collezionato 61 gettoni mettendo a segno 5 reti. Oltre al Penarol ha allenato anche Boca Unidos, Colon e Rosario Central.
Quell’amicizia speciale con Pessotto
Paolo era un calciatore all’antica, di quelli che non volevano mai essere sulle prime pagine dei giornali e che spesso decidevano di passare in secondo piano. Ha dimostrato di avere un grandissimo cuore quando nel 2006 fu vicino a Gianluca Pessotto in un momento terribile che tutti vorremmo dimenticare. Fu proprio lui a rilevare che era molto legato al terzino anche perché in campo per anni avevano giocato l’uno al fianco dell’altro in una difesa a quattro.
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