Sacchi evidenzia come la Juventus di Sarri ancora non sia ciò che il club si aspettava. «Il calcio ha una filosofia che non prevede eccessi di protagonismo».
Che la Juventus di Maurizio Sarri fatichi ad ingranare è sotto gli occhi di tutti. I bianconeri addirittura hanno ridato fiato ad una formazione come il Napoli che non ha già da oggi più nulla da chiedere al campionato. La sconfitta ha riacceso i sogni dell’Inter che nel frattempo ha anche annunciato Eriksen, un colpo fantastico. Ad attaccare l’allenatore della formazione campione d’Italia è Arrigo Sacchi. Vale a dire un suo estimatore, ma anche un totem.
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Le parole di Sacchi
«Una domenica bestiale – ha scritto sulla Gazzetta dello Sport -. Le tre big conquistano soltanto due punti sui nove possibili. La Juventus di Sarri perde meritatamente a Napoli. Maurizio deve fare una scelta: è stato ingaggiato per dare un gioco di squadra diverso dal passato con prospettive di vincere in Europa. Deve riuscirci, altrimenti tradirà la sua cultura, il suo talento e il club che lo ha ingaggiato. Oggi i bianconeri faticano a essere un gruppo di lavoro omogeneo e organizzato. Alcuni di loro difettano di modestia, volontà e spirito di squadra». L’ex tecnico del Milan approfondisce il concetto. «Un gruppo di solisti non ha mai prodotto buona musica – aggiunge -. Il calcio ha una filosofia che non prevede eccessi di protagonismo, di individualismo e di avidità. Bisogna prediligere sempre il correre, il lottare, il sacrificarsi per i compagni. Così come il lavoro collettivo e l’intelligenza dei propri calciatori. Se qualcuno non ha le caratteristiche tecniche o agonistiche per praticare il gioco di un tecnico, occorre farlo riposare. Oggi i bianconeri sono un ibrido: quando va bene giocano a sprazzi, ma al San Paolo non sono riusciti a fare neppure questo».