Cesari: «Ricambio troppo veloce gestione dell’Associazione errata In control room serve un giocatore Diamo una chiamata ai tecnici».
Le polemiche arbitrali non accennano a diminuire, anzi sono sempre di più le parole che si fanno sui social. Anche gli addetti ai lavori, vedi Commisso di recente, spesso non mancano di evidenziare in modo colorito presunti errori delle giacche nere. La discussione verte sulla Var e sul potere che ogni direttore di gara possiede in campo e dietro il monitor. A cercare di dare qualche suggerimento è l’ex arbitro Graziano Cesari.
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Cesari e quei consigli verso gli ex colleghi
Graziano. Cesari, da anni storico opinionista televisivo Mediaset dopo aver svestito i panni di arbitro, ha parlato dal Corriere dello Sport. «C’è del masochismo, ma credo che molti vedano nel VAR il sacrilegio al loro potere decisionale. A quel potere che casacca, cartellini e fischietto conferisce – spiega -. Ci sono arbitri intellettualmente intelligenti, che vedono la tecnologia come una parabola che li difende, ma ci sono, fra gli arbitri come nella vita di tutti i giorni, i presuntuosi».
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Il problema dell’AIA e l’arbitro Orsato
Cesari continua il suo excursus. «La gestione dell’AIA in questo modo ha prodotto solo danni. Prendete la separazione delle CAN. La A, B e C “chiuse”, non scatena quella guerra che, invece, ai miei tempi c’era. Con soli 21 arbitri in serie A, è normale che, qualunque cosa tu faccia, dopo due domeniche sei designato di nuovo. Provate a fare una A con 40 arbitri, vedrete che lotta per emergere. A tutto vantaggio della qualità e della crescita. E poi, che programmazione ha fatto l’AIA? Non ha saputo guardare lontano».