Bonucci parla anche del match di domani sera a Lione: «Noi favoriti? Sì, ma giocheremo in uno stadio infuocato e contro Garcia che ha allenato in Italia».
«Non lo nego – dice Bonucci a L’Equipe – siamo favoriti, ma questo non ti fa vincere le partite. Servirà essere lucidi nel nostro modo di preparare la partita. Sarebbe bene segnare a Lione per essere in posizione favorevole al ritorno. Ma hanno uno stadio con un gran tifo, giocatori giovani che avranno voglia di mettersi in mostra contro la Juve. E poi hanno anche un allenatore che ha lavorato in Italia e sa come si preparano questo tipo di partite. Le gare di Champions sono particolari, dove la qualità intrinseca delle squadre conta fino a un certo punto». Il capitano in pectore della Juventus non ha dubbi nell’evidenziare cosa aspetta i bianconeri domani sera in Francia.
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Bonucci ha un forte senso di tristezza nel ripensare a Monaco 2015 e a Cardiff 2017. «Provo rammarico per quella persa contro il Barcellona. Pensavamo di averla vinta dopo il pari di Morata e invece Messi ci ha punito. Contro il Real, l’errore è stato di pensare che non fossero più il Real. Li abbiamo visti in difficoltà nel primo tempo, e invece quando hanno deciso di alzare il ritmo ci hanno messo loro nel dubbio». L’arrivo di Cristiano Ronaldo ha cambiato le carte in tavola. «E’ un giocatore straordinario per tecnica e costanza. Una macchina da guerra. Da quando è a Torino, credo che tutti, osservandolo ogni giorno in allenamento, gli abbiamo preso qualcosa, per migliorarci».
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Bonucci chiude parlando di campionato. Quella Serie A che verrà messa in palio domenica sera contro l’Inter. E’ proprio la formazione di Antonio Conte la favorita per il titolo. «La concorrenza di Lazio e Inter è un vantaggio anche per la Champions dice -. Ci obbligano a non mollare mai. Poi comunque in Champions servono due cose: arrivare alle partite di marzo nelle migliori condizioni e un po’ di fortuna. Sarri? Mi ha sorpreso per l’intelligenza umana e calcistica. Quando parli con lui capisci perché è arrivato alla Juventus dopo aver fatto un lungo percorso. È uno che sa migliorare le sue squadre. Da noi il contesto è diverso, la pressione anche, ma si è rimesso in discussione e noi abbiamo accettato un altro modo di vedere il calcio».
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