Il responsabile della comunicazione della Lazio Diaconale attacca la Juve: “C’è chi vuole annullare il campionato per pensare alla Champions”
Attraverso i social, il direttore della comunicazione della società sportiva Lazio Arturo Diaconale ritorna a parlare del blocco del campionato provocato, come sappiamo, dall’espandersi del Coronavirus, il direttore ha detto: “Sui social mi chiedono spesso ma chi te lo fa fare? Molti amici mi rivolgono questa domanda perché ogni volta ricevo insulti da tifosi di quadre diverse nei miei confronti, bella domanda, visto a chiedermi di lanciare provocazioni non è di certo il presidente Lotito che anzi mi sollecita a non gettare benzina sui fuochi“. Diaconale ha poi continuato: “Sarebbe scontato pensare che sia la mia lazialità a volere l’ostilità con altre squadre antagoniste alla mia, ma la verità che la colpa è della mia storia professionale. Ho avuto la fortuna di lavorare nel giornale diretto da Indro Montanelli e di crescere nel rifiuto dell’omologazione, del conformismo e nel culto dell’opinione controcorrente. Il legittimo interesse della Lazio ora è finire regolarmente il campionato e non vincere uno scudetto a tavolino, la sola speranza di poterlo conquistare sul campo e per rilevare come questo interesse abbia la stessa legittimità di quelli che vorrebbero annullare il campionato in corso o avere lo scudetto d’ufficio e potersi dedicare alla Champions”. L’evidente frecciata alla Juventus è evidente, infatti con quest’ultima frase Diaconale si riferisce alle ultime polemiche nate col presidente Agnelli e Lapo Elkann sui social.
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Diaconale attacca ancora la Juve: “C’è chi vuole annullare il campionato per la Champions”
Diaconale ha poi continuato: “Le polemiche nei confronti di un inconsapevole ministro che non conosce il ruolo del calcio nell’economia e nell’immaginario collettivo del palese. Ma soprattutto le polemiche per interrompere quel politicamente corretto frutto di interessi celati e precisi che tende a dipingere sempre e comunque Lotito non come un imprenditore che ha costruito negli anni una società sana recuperata da una condizione drammatica rendendola competitiva, bastano queste ragioni? Per me sì. Anche non lasciarsi intimidire dalle aggressività verbali a cui non mi va di replicare per non trasformare in rissa una discussione che vorrei mantenere ad un livello di civiltà”.
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