Cosa ne sarà di questo campionato di serie A? Domanda alla quale è ancora difficile dare risposta. Con l’emergenza Coronavirus che ancora tiene banco e ancora lo farà non si sa per quanto, è impossibile definire con certezza una data nella quale si potrà tornare a giocare a calcio. Che rimane comunque una priorità per tutto il movimento, perché tornare a giocare è fondamentale da un punto di vista economico.
Perché a volte ci si dimentica che le squadre sono, prima di tutto, delle aziende. E che questa pandemia ha messo a soqquadro i conti economici di molti club. Per adesso l’ipotesi che va per la maggiore è quella di un ritorno agli allenamenti nei primi giorni di maggio, quando finirà il lockdown, con il campionato che potrebbe invece ripartire tra fine maggio e inizio giusto. Ipotesi, vero, ma bisogna pur iniziare a pensare al futuro. E’ chiaro che al momento della ripartenza club e giocatori dovranno attenersi scrupolosamente al protocollo medico-scientifico che verrà stilato. Per tutti ci saranno tamponi e test sierologici.
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La serie A come un mondiale?
Per evitare però ogni tipo di contatto con l’esterno l’idea sarebbe quella di riuscire a blindare le squadre in ritiro, sottolinea Il Corriere dello Sport. Individuando una struttura dedicata solo al club. Cosa che però al momento appare complicata comunque in regioni dove i numeri del contagio sono ancora tanto alti.
Ed ecco allora la nuova idea per la ripresa, quella di far giocare il campionato come se fosse un piccolo mondiale, in tre-quattro città, geograficamente non troppo distanti, dove la diffusione del Coronavirus non è stata ampia. E di fatto stabilire in quella zona il quartier generale di ogni squadra. Un “sacrificio” importante per cercare di concludere il torneo con il minor rischio possibile.