Il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora sbarra la ripartenza. Poi lancia una stoccata a Gabriele Gravina: «Non voleva l’autonomia del calcio?».
Il calcio italiano è stato incatenato e non ripartirà. Così almeno sembra essere evidente. Il ministro dello sport Vincenzo Spadafora rimanda la ripresa degli allenamenti e gela le attese della Federcalcio e della Lega Serie A, che non vedono l’ora di riprendere il campionato. «Non do per certo né la ripresa del campionato né degli allenamenti il 4 maggio», il messaggio del ministro ieri era al Tg2. Poi, una frecciata al n.1 della Figc Gavina, dopo il suo intervento di domenica sera: «Prima rivendicano l’autonomia, poi dicono di essere sollevati da un intervento del governo sul calcio».
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Spadafora amplifica le parole di Speranza
Un colpo durissimo per la Serie A che, nel consiglio di Lega ha votato «all’unanimità l’intenzione di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020». Hanno votato vincolando il tutto «qualora il Governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza». Poche ore, e Spadafora ha soffocato questo slancio di entusiasmo. «Il calcio è l’ultimo dei problemi» aveva detto Speranza ieri mattina e il collega dello Sport ha rincarato la dose. «Oggi non si può dare per certa nessuna riapertura se prima non capiamo le possibilità per il nostro Paese. Ora dobbiamo capire se nel mondo del calcio sono pronti a riprendere. Valuterò con molta attenzione la ripresa degli allenamenti, ma questo non deve dare l’illusione che automaticamente voglia dire riprendere il campionato».