Analisi di Dinamo Kiev Juventus, primo match della fase a gironi di Champions League. Incoraggianti segnali di crescita da parte degli uomini di Pirlo, che sfoderano una prestazione importante, la migliore tra le quattro fin qui disputate.
Analisi Dinamo Kiev Juventus/ Dopo il brutto pareggio di Crotone, la Juventus aveva l’obbligo di risollevarsi in Champions League, dove gli uomini di Pirlo erano attesi dalla difficile trasferta in quel di Kiev. Sin dalle prime battute, è parsa un’altra Juve: con un altro piglio, e Pirlo ci perdoni, con gli uomini giusti nelle posizioni giuste. Già, perchè in Europa non si scherza e la più piccola distrazione può rivelarsi fatale: gli esperimenti dei canterani dell’Under 23 meglio conservarseli per un altro tipo di partite. Pronti via e Morata e Chiesa sfiorano il vantaggio con due tiri che finiscono ad un niente dai pali difesi dal portiere ucraino, che è costretto continuamente ad opporre resistenza alle funamboliche fiammate degli ospiti, con Kulusevski che con un colpo di tacco “rischiava” di bagnare il suo esordio in Champions con una firma d’autore.
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Il goal bianconero è nell’area, ma all’intervallo le squadre vanno negli spogliatoio senza farsi male. Un risultato che sta stretto eccome a Morata e compagni, che hanno dominato in lungo e in largo la prima frazione di gioco, creando i presupposti per il goal in almeno tre occasioni. Unica nota negativa l’infortunio accorso a Giorgio Chiellini al 17′ minuto: si teme un altro guaio muscolare, ma saranno necessari ulteriori esami strumentali per accertare gli eventuali tempi di recupero.
Dopo soli 54 secondi dal fischio d’inizio della ripresa, ecco il tanto agognato vantaggio: Kulusevski va al tiro a botta sicuro, con Morata che raccoglie la respinta del portiere e da due passi insacca il momentaneo 0-1. Juve che non abbassa i ritmi e non disdegna il fraseggio nella metà campo avversaria: in grande spolvero Federico Chiesa, che riscatta al meglio l’espulsione di sabato scorso. All’ex Fiorentina è affidato il duplice ruolo di offendere e di rinculare, e il nazionale azzurro assolve questa funzione al meglio.
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La Dinamo Kiev prova timidamente a farsi vedere dalle parti di Szczesny, il cui unico intervento però si registra soltanto al 92′, a partita già virtualmente conclusa. La Juve sente di avere il controllo della gara, e nella fase di stanca dell’incontro mette a segno l’allungo decisivo: Cuadrado mette al centro un pallone delizioso, con Morata che sul primo palo incorna perfettamente la sfera, con un gesto atletico da vero rapinatore d’area. Segni di “Pirlismo?”: soltanto il tempo ci dirà che quella di Kiev potrà considerarsi l’inizio di una nuova epopea bianconera.
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