Bendtner: il centravanti danese giocò per una sola stagione, quella 2012-2013 nella Juventus. Ma che ne è stato dopo l’esperienza juventina?
Juventus, non i tutti i tifosi bianconeri probabilmente si ricorderanno di Nicklas Bendtner: il centravanti danese militò infatti per una sola stagione, quella 2012-2013, nella Juventus, senza lasciare troppo il segno.
Con sole 11 presenze tra tutte le competizioni, senza peraltro mai andare mai in goal, il gigante nativo di Copenhagen non riuscì ad impressionare Antonio Conte, allora allenatore della Vecchia Signora; questo anche a causa di una serie di infortuni che gli impedirono di raggiungere la condizione migliore e che portarono la dirigenza ad optare contro il suo riscatto a titolo definitivo dall’Arsenal.
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Ma che ne è stato di Bendtner dopo l’esperienza juventina? Dopo un’altra stagione da comprimario all’Arsenal, il danese ha disputato 2 stagioni in Bundesliga nel Wolfsburg, con sole 9 reti all’attivo, prima di finire addirittura a giocare in Championship (la seconda divisione inglese) con la seppur gloriosa maglia del Nottingham Forest, dove è durato solo pochi mesi. Segue un tentativo di rilancio in Norvegia, con la maglia del Rosenborg, dove ha realizzato 31 goal in 2 stagioni, entrambe concluse con la vittoria del titolo nazionale. Nel 2019 è tornato a casa, firmando un contratto a breve termine con l’FC Copenhagen, ma è stato rilasciato dopo sole 9 presenze ed è attualmente svincolato. Caduto un po’ nel dimenticatoio, è recentemente tornato alla ribalta grazie alla pubblicazione della sua autobiografia, al momento ancora inedita in Italia, ma che chi scrive ha già avuto il piacere di leggere nella versione in lingua d’Albione.
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Il libro conferma la sua fama di bad boy, dotato di una fiducia sopra la media nei propri mezzi, ma mai in grado di esprimere appieno il suo potenziale, per via anche di uno stile di vita non troppo consono ad un giocatore professionista, tra alcool, passione per le belle donne e vizio del gioco. C’è spazio però anche per un ricordo molto positivo dell’esperienza in maglia bianconera: Bendtner dichiara infatti di aver apprezzato molto il proverbiale “stile Juve”, in particolare l’organizzazione maniacale di ogni dettaglio della vita di squadra e la mentalità vincente. Parole al miele anche per alcuni compagni dell’epoca, in particolare Gigi Buffon e Andrea Pirlo, che lo aiutarono ad inserirsi e cercarono di supportarlo e di infondergli fiducia. Meno positivo il giudizio sull’attuale numero 1 bianconero, Wojciech Szczesny, suo compagno all’Arsenal fin dalle giovanili, e definito uno che parla troppo (“bigmouth”, termine che i fan degli Smiths ricondurranno sicuramente ad un celebre pezzo della band guidata da Morrissey).
Insomma, senza dubbio una carriera in discesa per il ragazzo cresciuto nel difficile quartiere di Amager, che resta però il quinto marcatore nella storia della nazionale maggiore danese con ben 30 goal all’attivo (tra cui 2 proprio a Buffon nel 2013). Difficile che a quasi 33 anni ci sia spazio per un lieto fine.
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