Ecco la Super League, il calcio dei ricchi che uccide la passione popolare. La Juve aderisce con Milan e Inter. La Serie A li sbatte fuori dal campionato.
Un «progetto cinico». I toni usati dal comunicato congiunto delle istituzioni del calcio per annunciare la messa al bando dei club scissionisti sono durissimi. Si annuncia l’uso di «ogni misura di tutela giudiziaria per difendere il principio delle competizioni aperte e basate sul merito sportivo». La chiusa del documento («quando è troppo è troppo») non lascia spazio a compromessi e il fronte politico-diplomatico si allarga. L’Unione europea viene invitata a pronunciarsi contro la Super League e si ipotizza una causa per 50-60 miliardi di euro di danni. Dall’Italia hanno aderito Juventus, Milan e Inter. La Serie A sarebbe a pezzi e li ha sbattuti fuori.
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Super League, cosa succede adesso
In Italia, il consiglio di Lega di Serie A convocato d’urgenza è stato una partita di poker. A dare le carte, il presidente Paolo Dal Pino e l’amministratore delegato Luigi De Siervo, che hanno messo sul piatto per l’approvazione proprio questo documento congiunto con l’Uefa. A dichiarare il bluff, dopo mesi di faccia impassibile al tavolo, è stato Paolo Scaroni, presidente del Milan, che ha manifestato la propria contrarietà in quanto «parte in causa». Lasciando capire che il Milan, come Juve e Inter, era nel gruppo dei ribelli. Non ha votato l’ad nerazzurro Giuseppe Marotta: essendo in Consiglio federale, in quello di Lega non può esprimere preferenze. Gli altri sodalizi, come il Verona, sono assolutamente a favore dall’espulsione dei club partecipanti alla Super League. A riferire il retroscena è il Corriere dello Sport.